In un analisi pubblicata su Nature dimostra che per colpa del cambiamento climatico sta aumentando la frequenza di incendi boschivi estremi

Gli incendi boschivi estremi sono in aumento in tutto il mondo

EcoNews

Gli incendi boschivi estremi sono il nuovo orso polare. Usati di routine dai media per incarnare la crisi climatica nonostante la maggior parte degli incendi sulla Terra siano innocui, persino ecologicamente benefici. Ma gli incendi boschivi stanno davvero diventando più estremi? I NO climate change contestano questa affermazione facendo riferimento a un declino globale dell’area totale andata bruciata. Inoltre sostengono che l’attenzione data agli incendi boschivi è una forma di distrazione di massa perpetrata dei media.

È importante sottolineare che non tutti gli incendi sono uguali. La maggior parte degli incendi sono di piccole dimensioni. Altri invece rilasciano enormi quantità di energia. Questi ultimi hanno ovviamante un impatto sproporzionato sul sistema, iniettando vaste colonne di fumo nell’atmosfera paragonabili alle eruzioni vulcaniche. Rilasciano enormi riserve di carbonio e causano gravi danni agli ecosistemi e alle società. Quindi questi incendi estremi stanno peggiorando? Sì, lo stanno facendo, come dimostra una nuova ricerca (rif.), pubblicata su Nature. I ricercatori hanno tracciato la rapida crescita degli incendi boschivi estremi dal punto di vista energetico in tutto il pianeta negli ultimi due decenni. 

Incendi estremi in aumento 

Sono state analizzate 88 milioni di osservazioni di incendi boschivi dai satelliti MODIS della NASA. Questi satelliti passano in alto più volte al giorno sulla stessa area registrando gli incendi e l’energia che rilasciano, nota come potenza radiativa del fuoco. Utilizzando questo dataset di 21 anni, i ricercatori hanno identificato incendi energeticamente estremi, definiti come lo 0,01% superiore per potenza radiativa degli incendi. I risultati mostrano in modo conclusivo che c’è stata una forte tendenza al rialzo negli eventi di incendi estremi negli ultimi due decenni.

La loro frequenza e intensità sono più che raddoppiate dal 2003 al 2023. Gli ultimi sette anni hanno incluso i sei più estremi nel periodo di 21 anni. Questo aumento è avvenuto di pari passo con il riscaldamento globale, con il 2023 che ha infranto i record di temperatura (rif.) e ha anche avuto gli incendi più intensi. Gli incrementi più rapidi si sono verificati nella foresta temperata di conifere e nella foresta boreale ricca di carbonio dell’emisfero settentrionale. I recenti incendi hanno rilasciato immense quantità di fumo e carbonio, minacciando di intensificare il riscaldamento.

L’anno scorso, incendi estremi in Canada hanno avvolto nel fumo decine di milioni di persone negli Stati Uniti orientali (rif.). Gli incendi hanno causato una pericolosa qualità dell’aria, che è un killer più spaventoso delle fiamme stesse. Il tasso di incremento è stato più rapido di notte con lo stesso schema degli incendi di inizio stagione dell’anno scorso nel Queensland (rif.).

La gestione degli ecosistemi è fondamentale

L’aumento degli incendi notturni è significativo perché l’aumento dell’umidità notturna solitamente rallenta la crescita degli incendi. L’Australia è stata un importante focolaio di incendi intensi. La nostra terra di boom e crisi è stata caratterizzata da sporadici anni estremi, come i devastanti incendi boschivi della Black Summer del 2019-2020. Questi hanno coinciso con un periodo di caldo record e siccità (rif.). L’area bruciata nel 2023 nell’Australia settentrionale era persino più grande dell’estensione degli incendi boschivi della Black Summer (rif.).

Questi recenti incendi nell’arida Australia si sono verificati un anno dopo forti piogge e un’estesa crescita di erba. Quando l’erba si secca, fornisce carichi di combustibile che consentono la formazione di incendi molto grandi.  Non c’è dubbio che il cambiamento climatico stia contribuendo in gran parte all’aumento globale di incendi estremi. Il fenomeno sta rendendo l’aria sulla terraferma più secca, il che a sua volta rende il combustibile più secco, consentendo una combustione più completa. Sta anche portando a estati più lunghe e a un peggioramento delle condizioni meteorologiche per gli incendi (rif.).

L’anno scorso è stato di 1,48°C più caldo rispetto ai livelli preindustriali (rif.). Il 2023 potrebbe essere un anno di riferimento con l’innalzamento di 1,5°C sopra il limite prefissato dall’accordo di Parigi. Anche il modo in cui gestiamo gli ecosistemi probabilmente gioca un ruolo importante nell’aumento degli incendi boschivi estremi. In particolare il tentativo di sopprimere tutti gli incendi, paradossalmente, predispone le foreste a bruciare nelle peggiori condizioni. La soppressione degli incendi diventa impossibile, con conseguenti incendi molto estesi. 

Come possiamo gestire gli incendi in un clima più caldo? 

Il fuoco è una parte essenziale della natura e la salute degli ecosistemi adattati al fuoco dipende da esso. Dobbiamo adattare la nostra gestione del fuoco per vivere in modo sostenibile accanto a esso in un clima caldo. Gli esseri umani hanno un impatto importante sugli incendi attraverso il modo in cui progettiamo e gestiamo gli ambienti. Una parte fondamentale della gestione in un clima caldo deve coinvolgere il controllo degli ecosistemi in modo che gli incendi non diventino eccessivamente caldi.

Il percorso da seguire deve abbracciare approcci vecchi e nuovi accogliendo la profonda saggezza della gestione degli incendi delle popolazioni indigeni. Per millenni, gli indigeni australiani hanno coltivato abilmente regimi di incendi a bassa intensità. Lo hanno fatto attraverso un uso frequente di incendi adattati all’ecologia locale. Ma reintrodurre il fuoco a bassa intensità negli ecosistemi non è sempre semplice. Alcune tecniche emergenti come il diradamento meccanico promettono di aiutare a reintrodurre il fuoco in situazioni di vegetazione invasa nella frangia urbana-boscaglia. Se abbinato al fuoco controllato, il diradamento meccanico potrebbe aiutare a ridurre il rischio di incendio (rif.) della vegetazione.

Le persone potrebbero sentirsi a disagio con motoseghe o capre nel loro vicino appezzamento di boscaglia. Ma il nuovo clima in cui stiamo entrando richiede test aperti e meticolosi di tutti gli strumenti disponibili. Come tutti i processi ecologici, i giusti approcci di mitigazione dipenderanno dal contesto ecologico locale. Mentre l’area bruciata sulla Terra potrebbe essere in calo in alcune località, gli incendi estremi sono in aumento. Dobbiamo rispondere con un approccio multiforme. Ciò include fare grandi progressi nel rallentare il cambiamento climatico adattando rapidamente la nostra gestione dei paesaggi costruiti e selvaggi.

Martina De Luca

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