La NASA ha identificato il precursore di El Niño dallo spazio. Uno dei suoi satelliti, ha registrato il movimento dell’acqua calda che dall’Oceano Pacifico si sposta verso est verso la costa occidentale del Sud America. I dati del satellite Sentinel-6, che monitora il livello del mare, hanno mostrato onde Kelvin che si muovono attraverso il Pacifico.
Queste lunghe onde oceaniche sono alte solo 5/10 centimetri, ma sono larghe centinaia di chilometri. Sono segnali evidenti di El Niño quando si manifestano all’equatore, semplice spostamento dello strato superiore di acqua calda nel Pacifico occidentale. “Guarderemo questo El Niño come dei falchi. Se sarà grande, il globo vedrà un riscaldamento record”, ha detto in una dichiarazione (rif.) Josh Willis, uno scienziato del progetto Sentinel-6 presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL).
Quanto spesso si verifica El Niño?
El Niño fa parte del ciclo climatico El Niño-Southern Oscillation (ENSO). Normalmente, i venti orientali prevalenti lungo l’equatore, noti come Alisei, soffiano l’acqua superficiale a ovest nel Pacifico, spostandola dal Sud America verso l’Asia. Mentre l’acqua calda si muove, l’acqua fredda sale per sostituirla.
Il fenomeno provoca un impatto significativo sui modelli meteorologici in tutto il mondo. Per gli Stati Uniti, significa clima più umido nelle parti meridionali e clima più caldo nelle aree nord-occidentali. La sua controparte, La Niña, ha l’effetto opposto, con forti Alisei che spingono acqua calda verso ovest.
El Niño normalmente colpisce una volta ogni tre o cinque anni, ma può verificarsi con una frequenza molto variabile che sta aumentando negli ultimi decenni. L’ultimo El Niño registrato è avvenuto nel 2019 ed è durato sei mesi, tra febbraio e agosto di quell’anno.
È un anno di El Niño?
L’11 Maggio scorso, i rappresentanti della National Atmospheric and Oceanic Administration (NOAA) hanno affermato che c’era una probabilità del 90% che El Niño colpisse quest’anno con persistenza nell’inverno dell’emisfero boreale (rif.). Secondo le previsioni del NOAA, c’è una probabilità dell’80% che sarà un El Niño moderato, dove le temperature della superficie dell’oceano aumenteranno di 1° C grado. Nel contempo c’è una probabilità del 55% che sia un forte El Niño, con aumento delle temperature di 1,5° C, ha riferito la NOAA.
Una dichiarazione del JPL rilasciata il 12 Maggio (rif.) afferma che le immagini riprese dal satellite Sentinel-6 tra l’inizio di marzo e la fine di aprile mostrano le onde Kelvin che spostano l’acqua calda verso est, partendo al largo delle coste di Colombia, Ecuador e Perù. Le parti rosse e bianche dell’animazione rappresentano l’acqua più calda e il livello del mare più alto.
“Le onde dell’oceano diffondono calore intorno al pianeta, portando calore e umidità sulle nostre coste e cambiando il nostro tempo”, ha dichiarato Nadya Vinogradova Shiffer, scienziata del programma della NASA e manager di Sentinel-6. Il NOAA e la NASA continueranno a monitorare il segnale precursore nel Pacifico nei prossimi mesi per determinare se e quando El Niño colpirà e quanto potrebbe essere forte. “Qui nel sud-ovest degli Stati Uniti potremmo assistere a un altro inverno umido, proprio sulla scia dell’ammollo che abbiamo avuto lo scorso inverno”, ha detto Willis.
Le non rosee previsioni
Ad Aprile scroso, gli scienziati hanno registrato le temperature più alte di sempre sulla superficie oceanica, con una media globale che ha raggiunto i 21,1 °C. Questo record riflette l’impatto del cambiamento climatico. “Ora che La Niña è finita, il Pacifico tropicale, che è un enorme oceano in espansione, si sta riscaldando”, ha detto Michael McPhaden , oceanografo del NOAA Pacific Marine Environmental Laboratory.
Lo stesso Willis ha dichiarato sulla rivista Nature che la combinazione di El Niño e temperature oceaniche sempre più alte, potrebbe significare nei prossimi 12 mesi una “serie di massimi record con il prossimo anno che assomiglierà ad una corsa delle temperature sfrenata se El Niño decollerà davvero”.
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