Durante il test FT-4 della Starship di SpaceX entrambi gli stadi Booster 20 e Ship 29 per la prima volta sono rientrati in maniera controllata

Il quarto test di volo (FT-4) di Starship, il razzo più grande e potente mai realizzato, realizzato dalla SpaceX è stato il primo successo totale nel programma di test. Il 6 Giugno 2024 ha rappresentato una data importante perchè la SpaceX è sempre più vicina ad avere un razzo completamente riutilizzabile in grado di portare esseri umani e carichi oltre l’orbita bassa terrestre. Le aspettative sono enormi. Il giorno in cui il sistema sarà operativo, Starship sarà fondamentale per il ritorno degli esseri umani dalla Luna con il programma Artemis e, in un futuro più lontano, per raggiungere Marte.

Dimostrare il rientro in atmosfera

Il test di volo FT-4 di Starship, è iniziato alle 14:50 italiane dalla Starbase di SpaceX a Boca Chica, nel Texas meridionale. L’obiettivo era far sopravvivere entrambi gli stadi di Starship al rientro atmosferico, facendoli ammarare interi. In particolare, Space Heavy, il primo stadio del razzo Booster 10, doveva ammarare in un punto preciso del Golfo del Messico. Mentre la Ship 29, il secondo stadio, doveva ammarare nell’Oceano Indiano, sopravvivendo di fatto al rientro atmosferico. Nonostante qualche problema termico alla Ship, il test è sostanzialmente riuscito. Gli stadi si sono separati, hanno compiuto ciascuno il proprio percorso prestabilito e sono riusciti ad ammarare integri.

Il piano di volo previsto per il test FT-4 di Starship prevedeva la separazione dei due stadi a 2 minuti e 45 secondi dal lancio. Il rientro in mare del Super Heavy dopo circa 7 minuti dal lancio e l’ammaraggio della Ship 29 dopo circa 1 ora dal lancio. Il profilo di volo era sostanzialmente identico a quello del test più recente, avvenuto a marzo. La sostanziale differenza era che questa volta si tentava un ammaraggio controllato per la Ship 29, guidato dai suoi motori.

Insomma, l’obiettivo non era dimostrare di poter arrivare in orbita, cosa ormai stabilita dai test precedenti, ma dimostrare che i due stadi sono in grado di tornare a terra sani e salvi. Questo è fondamentale per rendere il sistema Starship completamente riutilizzabile, a differenza del razzo Space Launch System (SLS) della NASA usato per le missioni Artemis.

Il piano di volo

Il primo successo del è stato raggiunto dal Booster 10, che è riuscito a compiere con successo la manovra di rientro e la riaccensione dei motori per ammarare in posizione verticale nel Golfo del Messico. Per motivi di sicurezza il Super Heavy è stato fatto esplodere subito prima dell’ammaraggio, ma il primo stadio di Starship ha dimostrato di essere in grado di rientrare correttamente alla base per essere riutilizzato. Finora la SpaceX non era mai riuscita a far rientrare in modo controllato uno stadio di Starship. Il risultato è quindi straordinario per l’azienda americana.

Per quanto riguarda la Ship 29, questa doveva attraversare l’Oceano Atlantico, sorvolare il Sudafrica e proseguire nell’Oceano Indiano fino ad ammarare in posizione orizzontale al largo dell’Australia occidentale. Dopo 45 minuti dal lancio sono iniziate le manovre di rientro atmosferico della Ship 29. Come già avvenuto nell’ultimo test di volo, la navicella è stata circondata da plasma per via delle altissime temperature dovute all’attrito con l’atmosfera a una velocità di oltre 26.000 km/h.

Di certo è stato davvero emozionante vedere la Ship 29 arrivare fino alla superficie dell’Oceano Indiano. L’impresa non è stata però un passeggiata e questo dimostra quanto lavoro dovrà fare la SpaceX per rendere sicura questa manovra cruciale. Durante il rientro, dopo un’ora dal lancio, un’ala si sia gravemente danneggiata per il cedimento di alcune piastre dello scudo termico. Questo contrattempo ha portato la superficie dell’ala della navicella a temperature di fusione dell’acciaio. Il segnale video della camera montata a bordo della Ship 29 andava e veniva, ed il vetro protettivo della webcam aveva subìto delle crepe. Tutto faceva pensare che la navicella sarebbe esplosa.

Processo trial and error

Nello stupore generale invece l’ala riusciva ancora a muoversi e la camera riprendeva ancora. La Ship 29 è quindi riuscita ad eseguire correttamente le manovre di discesa fino all’ammaraggio all’orario prestabilito con tanto di spruzzi d’acqua. È la prima volta che una navicella Starship raggiunge lo spazio e ammara ancora intera. Le analisi dei dati raccolti durante questo test permetteranno a SpaceX di capire meglio cos’è successo e migliorare i futuri prototipi. La filosofia di SpaceX, infatti, è del tipo trial and error, ovvero avanzare per tentativi ed errori. L’azienda costruisce un prototipo, lo testa e migliora i prototipi successivi in base ai risultati dei test precedenti. Questo metodo, insieme ad altre accortezze, permette a SpaceX di procedere molto rapidamente, per iterazioni successive, risolvendo le criticità man mano che si presentano.

Stefano Gallotta

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