Tutta la vita sulla Terra si basa sulla presenza dell’acqua. Non è difficile notare che circa il 70% della superficie del nostro pianeta è ricoperta da questa sostanza. Da dove proviene? Comprenderne la provenienza permette di capire le origini della vita. I ricercatori erano piuttosto sicuri di sapere come fosse arrivata qui. Gli scienziati credevano che le riserve d’acqua sulla Terra fossero arrivate qui su asteroidi ghiacciati e comete dalle regioni esterne del Sistema Solare durante le prime fasi della formazione del pianeta. Un’analisi del 2014 partendo dai costituenti molecolari dell’acqua sulle comete ha messo in dubbio l’ipotesi. Oggi invece i ricercatori pensano di sapere perché l’analisi dell’acqua su questi corpi ghiacciati ha portato a questa conclusione errata.
L’isotopo deuterio la chiave del mistero
La connessione tra queste comete ghiacciate, chiamate Gioviane perché le loro orbite sono influenzate da Giove e l’acqua della Terra si basa su una firma molecolare. Questa firma ha a che fare con specifici rapporti della variante dell’idrogeno, l’isotopo chiamato deuterio. Il rapporto tra deuterio e idrogeno nell’acqua fornisce un forte indizio su dove si è formato questo composto. In genere, l’acqua con più deuterio ha maggiori probabilità di formarsi in ambienti più freddi, il che significa che l’acqua con livelli più elevati di deuterio avrebbe dovuto formarsi più lontano dal Sole.
Negli ultimi decenni, i livelli di deuterio rilevati nelle scie di vapore di diverse comete della famiglia di Giove, presentavano livelli simili a quelli dell’acqua terrestre. “Iniziamo davvero a pensare che queste comete avessero svolto un ruolo importante nel portare acqua sulla Terra”, ha affermato in una nota Kathleen Mandt, scienziata planetaria presso il Goddard Space Flight Center della NASA.
Ma l’incertezza è aumentata quando la missione Rosetta dell’Agenzia spaziale europea (ESA) del 2014 sulla cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko, ha rilevato concentrazioni di deuterio molto elevate. Il valore rilevato era di circa tre volte più grande di quello presente negli oceani della Terra, che contengono circa 1 atomo di deuterio ogni 6.420 atomi di idrogeno. “È stata una grande sorpresa e ci ha fatto riconsiderare tutto”, ha affermato Mandt.
La rilettura dei dati di Rosetta
Mandt e il suo team hanno deciso di rivisitare le misurazioni del deuterio effettuate da Rosetta. Attraverso gli studi di laboratorio e osservazioni di altre comete, hanno scoperto che la polvere cometaria potrebbe influenzare le letture del rapporto di deuterio che gli scienziati hanno osservato nel vapore di 67P/Churyumov–Gerasimenko.
Quando le comete passano più vicine al Sole durante la loro orbita, le loro superfici si riscaldano, il che può rilasciare gas e polvere dalla superficie della cometa. L’acqua con deuterio si attacca ai granelli di polvere più facilmente dell’acqua normale e quando il ghiaccio aggrappato ai granelli di polvere viene rilasciato nella scia di vapore di una cometa, potrebbe dare agli osservatori l’impressione che l’acqua sia più ricca di deuterio di quanto non sia in realtà.
“Eravamo curiosi di sapere se potevamo trovare prove che ciò accadesse a 67P/Churyumov–Gerasimenko”, ha detto Mandt. “E questo è solo uno di quei rarissimi casi in cui proponi un’ipotesi e scopri che effettivamente è la realtà dei fatti”.
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