LinkSpace, una azienda privata cinese, prevede di inviare un razzo nello spazio e farlo atterrare in sicurezza entro la fine del 2022. Tre anni dopo l’ultimo grande test, la società ha annunciato giovedì di aver effettuato un test antincendio statico del suo razzo T6 (RLV-T6). La versione aggiornata del veicolo di lancio riutilizzabile, utilizza i nuovi motori alimentati a metano.
Il team mira a lanciare l’RLV-T6 alto 14,5 metri, a un’altitudine di circa 100 chilometri e farlo atterrarlo in sicurezza utilizzando gambe di atterraggio e pinne a griglia, in una maniera che riorda molto le manovre del primo stadio di SpaceX, il razzo Falcon 9. Quell’altitudine porterebbe il razzo sulla linea di Kármán, il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio esterno. Il volo coinvolgerà anche esperimenti ambientali, biologici e di altro tipo ad alta quota, secondo un comunicato stampa di LinkSpace (rif.).
Sviluppo della LinkSpace
Lo sviluppo e le mosse del primo ed inedito test di lancio e atterraggio di un razzo riutilizzabile cinese, seguono un lungo periodo di apparente inattività per l’azienda. La LinkSpace è stata fondata nel 2014, nel periodo in cui il governo cinese ha imposto un cambiamento politico per liberalizzare il suo settore spaziale fino allora chiuso al capitale privato. Ispirato dai progressi di SpaceX e Blue Origin nei missili riutilizzabili, la LinkSpace ha sviluppato protocolli di test per il decollo e atterraggio verticale (VTVL).
Il team ha inizialmente eseguito due test nel 2019 con il suo razzo RLV-T5, alimentato da etanolo e ossigeno liquido, la stessa combinazione di propellente utilizzata dai vecchi razzi tedeschi V2. In quella occasione, il razzo è salito a poco più di 300 metri ed ha superato brillantemente la fase di atterraggio. Ma dopo aver firmato un accordo per nuovi e più potenti motori a ossigeno liquido metano da un’altra startup spaziale cinese, l’azienda è sparita dai radar per ragioni ancora sconosciute.
Dopo circa 2 anni di silenzio la LinkSpace ha pubblicato un avviso di assunzione nel marzo 2021. Nello stesso comunicato ha chiarito di aver eseguito un test su un motore a ossigeno metano liquido, Fengbao-1, sviluppato in modo indipendente. Questi ultimi sono probabilmente gli stessi motori che alimenteranno l’RLV-T6 per il suo tentativo di lancio e atterraggio. Tuttavia la LinkSpace non è l’unica startup cinese a sviluppare razzi riutilizzabili. In un spazio di manovra molto ristretto, la società deve affrontare la concorrenza non solo per il raggiungimento degli obiettivi prefissati ma anche per i futuri contratti di lancio.
I competitors
I principali avversari di questa corsa allo spazio in salsa cinese sono davvero tanti. Una delle più promettenti è rappresentata dalla Deep Blue Aerospace, fondata nel 2017. Hanno eseguito con successo il proprio test VTVL nell’ottobre dello scorso anno, raggiungendo un’altitudine di 100 m. Per quest’anno hanno annunciato nuovi test ad alta quota. Altre società private cinesi che lavorano alla riutilizzabilità dei razzi sono in ordine casuale: la Galactic Energy, iSpace, Space Pioneer e Space Transportation.
Infine tra le molteplici aziende bisogna menzionare la Landspace. L’azienda si sta preparando a lanciare il suo razzo consumabile Zhuque 2, alimentato a ossigeno liquido a metano, nel prossimo futuro. Gli sviluppatori prevedono di rendere il lanciatore riutilizzabile in futuro. Anche la CAS Space sta lavorando alla sua risposta al razzo suborbitale New Shepard di Blue Origin per il turismo. Il concetto di riutilizzabilità ha insomma tutti in Cina. Anche il principale appaltatore spaziale cinese di proprietà dello stato, ha in programma di rendere riutilizzabile il famoso Long March 8.
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