Il 1645 segnò l’inizio del minimo di Maunder, un periodo di attività delle macchie solari notevolmente bassa. Quell’evento coincise con la cosiddetta “Piccola Era Glaciale”. Un periodo di temperature più fresche in tutto il Nord Atlantico che portò a inverni più rigidi ed estati più brevi in Europa. Sebbene possa trattarsi di una semplice coincidenza, astronomi e geologi hanno concluso che il rapporto tra il Sole e la Terra gioca un ruolo importante nel clima del nostro pianeta.
Il sole e le macchie solari
Durante un tipico periodo di 22 anni, costituito da un paio di cicli solari si contano da 30.000 a 40.000 macchie solari. Durante una parte del minimo di Maunder, proprio alla fine del XVII secolo, però, le macchie solari erano pari a zero. Gli scienziati non sono ancora sicuri di cosa abbia causato il minimo di Maunder, che finì nel 1715. Ma sanno che si sovrappose alla Piccola Era Glaciale. La sovrapposizione potrebbe essere solo una coincidenza. Dopo tutto, la questo perido più freddo è iniziato prima ed è durato dopo il minimo di Maunder. Inoltre il resto del pianeta sembrava non esserne influenzato.
Tuttavia, il numero di macchie solari è correlato alla luminosità complessiva del Sole. Quindi, durante il minimo di Maunder, il Sole era un po’ meno intenso, e le latitudini settentrionali della Terra sono più suscettibili anche a piccoli cambiamenti nell’emissione solare. L’emisfero settentrionale possiede più superficie e la terra cambia temperatura molto più rapidamente dell’acqua. Poiché alle latitudini più elevate si verificano stagioni più forti, piccoli cambiamenti nel Sole, possono avere grandi effetti a catena che non si verificherebbero in tutto il resto del globo.
Non c’è ancora consenso sul legame tra il minimo di Maunder e la Piccola Era Glaciale. Ma quando ingrandiamo la scala temporale geologica, troviamo una correlazione inaspettata ma molto intensa. La prima persona a sottolineare l’effetto del sistema Terra-Sole sul clima fu il fisico e astronomo Milutin Milankovitch. Lo scienziato serbo negli anni ’20, scoprì diversi cicli naturali nell’orbita terrestre che potrebbero essere responsabili di importanti cambiamenti climatici.
I cicli naturali Terra-Sole
Il primo ciclo naturale riguarda l’orbita Terrestre che cambia lentamente da ellittica a circolare e viceversa ogni 100.000 anni. Questi cambiamenti sono dovuti a lievi spinte gravitazionali provenienti da Giove e Saturno. Attualmente, l’eccentricità della Terra ha un valore di 0,0167 ed è in diminuzione. Questi cambiamenti nell’orbita influenzano la durata e l’ampiezza delle stagioni. Quando la Terra è più lontana dal Sole, si muove più lentamente rispetto a quando è più vicina al Sole. Quindi, se la Terra è alla massima eccentricità e se il punto più lontano della Terra è in linea con l’estate nell’emisfero settentrionale, l’estate in quell’anno durerà più a lungo del solito.
Un altro ciclo modifica l’inclinazione assiale del nostro pianeta da 22,1° a 24,5° gradi circa ogni 41.000 anni. L’attuale inclinazione della Terra è di 23,44° gradi e sta diminuendo. Questo ciclo influenza anche l’entità delle stagioni. Una maggiore inclinazione significa più tempo esposto alla luce solare diretta o più tempo nascosto dal Sole, il che rende le stagioni più estrema.
Un terzo ciclo è noto come precessione assiale. Il nostro pianeta gira come una trottola ogni 25.700 anni, con l’asse di rotazione della Terra che disegna un cerchio nel cielo. Questo cambia quale emisfero riceve più Sole. In questo momento, il punto di massimo avvicinamento della Terra al Sole sembra essere in linea con le estati dell’emisfero meridionale. Questi cicli si intrecciano l’uno con l’altro, a volte rafforzandosi o annullandosi a vicenda. Ma qualunque cosa accada, la posizione della Terra rispetto al Sole ha una grande influenza sul clima del nostro pianeta.
Il cambiamento climatico è antropico
I confronti dei cicli di Milankovitch con le registrazioni della temperatura prelevate da campioni di ghiaccio rivelano una connessione molto stretta. I periodi di glaciazione, conosciuti come “era glaciale”, si allineano con i periodi dei cicli Milankovitch, quando la Terra, alle latitudini settentrionali, riceve meno luce solare del solito. I periodi caldi si allineano con più luce solare ricevuta al Nord. L’ultima glaciazione risale a circa 12.000 anni fa, il che coincise con un leggero aumento della luce solare complessiva dovuto ai cicli di Milankovitch.
Il cambiamento ha comportato l’estinzione di molte specie, come i mammut lanosi, seguito direttamente dal piccolo cambiamento nella configurazione orbitale del nostro pianeta. Secondo i cicli di Milankovitch, la Terra dovrebbe in realtà attraversare un periodo di raffreddamento in questo momento. Ma le conseguenze delle emissioni di gas serra hanno completamente sommerso la relazione tra il Sole e la Terra. Quindi ancora una volta il cambiamento climatico che stiamo subendo non è un fenomeno naturale, ma solo ed esclusivamente antropico.
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