Secondo un studio pubblicato su Science (rif.) ridurre la CO2 dall’atmosfera terrestre potrebbe non invertire il cambiamento climatico previsto dai modelli meteorologici nelle aree più vulnerabili. I ricercatori coreani hanno simulato come la rimozione di grandi quantità di anidride carbonica, potrebbe influenzare l’andamento dei cambiamenti climatici locali.
Lo studio, basato su modelli computerizzati, ha esaminato uno scenario ipotetico, in cui le concentrazioni di anidride carbonica hanno continuato a salire dai livelli attuali per 140 anni, per poi essere gradualmente ridotte ai livelli iniziali per un altro periodo di 140 anni. Lo scopo della ricerca era capire come questi cambiamenti avrebbero influenzato le regioni subtropicali vulnerabili, che notoriamente soffrono di siccità sempre più frequenti con il progredire del cambiamento climatico.
Iniziare oggi per avere risultati tra 200 anni
I risultati dello studio suggeriscono che il clima locale in queste aree non tornerebbe alla normalità per più di 200 anni dopo il calo delle concentrazioni di anidride carbonica. L’area mediterranea, ad esempio, afflitta da ondate di caldo sempre più gravi, siccità e incendi, continuerebbe a soffrire e potrebbe diventare ancora più secca, secondo lo studio.
I ricercatori hanno trovato modifiche nell modello di circolazione dell’aria chiamato Hadley Cell. Questa trasporta l’umidità dalle regioni equatoriali verso i tropici del Cancro e del Capricorno. Gli scienziati sanno da anni che la circolazione delle cellule di Hadley risponde ai cambiamenti climatici espandendosi verso i poli. L’aria umida che sale dall’equatore viene scaricata sulla Terra a latitudini sempre più alte, causando un peggioramento della siccità nelle regioni subtropicali.
La modellazione eseguita dal team coreano ha rilevato che dopo la rimozione di anidride carbonica, la cellula di Hadley non recupera la sua forma e la sua estensione originale se non dopo 220 anni. Nell’emisfero settentrionale lo scenario peggiore. L’area in cui l’umidità arriva dalle regioni tropicali si avvicina all’equatore. Questo spostamento potrebbe rendere la regione mediterranea più secca di oggi. Nell’emisfero australe, la cellula rimane leggermente espansa verso il Polo Sud, probabilmente alterando i modelli di precipitazione sull’Australia.
La circolazione oceanica e la cellula di Hadley
L’autore principale dello studio, Seo-Yeon Kim, ha dichiarato “Uno dei motivi principali di questa risposta asimmetrica della cellula di Hadley è la diversa risposta degli oceani alla circolazione oceanica. La risposta dell’oceano è sempre più lenta della rimozione dell’anidride carbonica nell’atmosfera. La velocità con cui l’oceano risponde determina il recupero della cellula di Hadley”.
Nello studio, il team ha utilizzato gli attuali livelli di anidride carbonica come punto di partenza e ha modellato uno scenario in cui le concentrazioni aumentano di un fattore quattro, prima di essere riportate al livello di base. Non hanno modellato un ritorno ai livelli che erano comuni in epoca preindustriale, prima che gli esseri umani iniziassero a bruciare combustibili fossili.
Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, le concentrazioni di anidride carbonica sono salite a 421 parti per milione nel 2022, oltre il 50% al di sopra delle concentrazioni dell’era preindustriale (rif.). Le attuali concentrazioni di anidride carbonica sono persino superiori a quelle del Pliocene Climatic Optimum. Un periodo caldo della storia della Terra, circa 4,5 milioni di anni fa, quando il livello del mare era 25 metri più alto di quello attuale.
Ridurre la CO2 ora !
Nonostante gli avvertimenti dei climatologi, il mondo è ancora in ritardo rispetto agli obiettivi di riduzione della CO2 per frenare il progressivo cambiamento climatico. La lenta risposta dell’umanità sta spingendo la ricerca a scovare altri interventi sul clima come la rimozione attiva del carbonio. Esistono due modi per rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera terrestre. Tecnologie che aspirano il gas riscaldante dall’aria e lo sequestrano nella pietra artificiale oppure il rimboschimento e la fertilizzazione di parti dell’oceano per promuovere la crescita delle alghe.
Purtroppo migliaia di ricerche in tutto il mondo suggeriscono che il cambiamento climatico sta sfuggendo di mano. L’Antartide ha visto un’estensione del ghiaccio marino senza precedenti durante il suo periodo invernale quest’anno, mentre ondate di caldo estremo affliggono parti dell’Europa e del Nord America. Kim, tuttavia, sottolinea che i risultati dei modelli mostrano che, mentre riduciamo la CO2 per ridurre le temperature, il cambiamento climatico potrebbero continuare a colpire milioni di persone nelle regioni vulnerabili anche secoli dopo.
“Penso che il messaggio principale del nostro studio sia che dovremmo ridurre le emissioni di anidride carbonica ora, perché dopo diventerà sempre più difficile Non possiamo controllare la natura, non possiamo invertire le conseguenze così facilmente. Non possiamo riparare la natura con la rapidità che immaginiamo”.
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