Dopo il successo con l’attracco alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), lo Starliner di Boeing completa il suo primo volo, tornando sulla Terra dopo sei giorni in orbita terrestre bassa. Il veicolo spaziale si è sganciato autonomamente dal modulo Harmony della ISS alle 20:36 UTC di ieri. I team Boeing e NASA hanno monitorato l’atterraggio di Starliner alle 00:49 UTC di mercoledì 25 maggio 2022, al White Sands Space Harbor presso il White Sands Missile Range Facility dell’esercito americano nel New Mexico.
Questo è stato il secondo volo della navicella spaziale Starliner Boeing del Commercial Crew Program, che dovrebbe trasportare regolarmente gli equipaggi delle spedizioni alla Stazione Spaziale Internazionale. Denominata Orbital Flight Test – 2 (OFT-2), la missione è il secondo tentativo di testare le capacità end-to-end dei sistemi Starliner. Il primo tentativo non fallì il completamento di diversi obiettivi chiave, tra cui il rendezvous autonomo e attracco alla ISS.
Gli iniziali fallimenti
Un’indagine sulla missione Orbital Flight Test – 1 (OFT-1) ha rivelato che il Mission Elapsed Timer della capsula eseguiva il polling in modo errato, con il risultato che la navicella spaziale non accendeva i motori nell’istante pianificato. Le squadre hanno anche riscontrato problemi di comunicazione con il modulo spaziale, che influiva negativamente con il comando e il controllo della navicella. Il team Boeing ha svolto molto lavoro e vari test approfonditi per risolvere i problemi incontrati durante OFT-1.
Le squadre della NASA e Boeing erano pronte a lanciare la navicella spaziale nella missione OFT-2 nell’agosto del 2021. Ma fu riscontrato un problema con le valvole nei sistemi di propulsione. Il principale indiziato che impedì il primo volo, fu la corrosione dell’acido nitrico, che si era formato a causa del vapore acqueo che reagiva con il tetrossido di diazoto che Starliner Boeing utilizza come ossidante. La Boeing decise di sostituire il modulo di servizio con quello che avrebbe dovuto effettuare la missione Crew Flight Test (CFT). Il nuovo modulo di servizio incorpora un sistema di spurgo dell’azoto per aiutare a mitigare il problema, con la modifica anche delle procedure di rifornimento e pre-lancio dei veicoli spaziali.
Il successo di OFT-2
La capsula CST-100 ha invece funzionato come previsto nella missione OFT-2. Il veicolo spaziale è stato lanciato nello spazio giovedì 19 maggio in cima al razzo Atlas V della United Launch Alliance dallo Space Launch Complex 41 presso la Cape Canaveral Space Force Station in Florida. Dopo essersi separato dal secondo stadio Centaur di Atlas V, Starliner ha condotto una serie accensioni utilizzando i suoi sistemi di propulsione di bordo per aumentare la sua orbita e allinearsi alla Stazione Spaziale Internazionale. Venerdì 20 maggio, la capsula è attraccata con successo al laboratorio orbitante, segnando un’importante pietra miliare nel volo dimostrativo di Boeing per il Commercial Crew Program della NASA.
Una volta attraccate, le squadre hanno continuato a lavorare sugli obiettivi dei test di volo OFT-2. Il 21 maggio, gli astronauti della ISS hanno aperto per la prima volta il portello del CST-100 e si sono trasferiti all’interno per diventare le prime persone ad entrare in orbita nella navicella spaziale. Due giorni dopo, hanno iniziato a scaricare il carico e a riporre i materiali al loro posto all’interno della stazione spaziale.
Starliner primo volo e ritorno a terra
Simile alla Soyuz russa, l’atterraggio a terra è una delle caratteristiche uniche della navicella spaziale Starliner Boeing. Tuttavia, può atterrare anche sull’acqua in caso di emergenza. I team della Boeing e della NASA hanno designato il White Sands Missile Range, nel New Mexico, come sito di atterraggio principale. Lunedì 23 maggio, NASA e Boeing hanno condotto una prova generale della missione per esercitarsi nelle procedure di atterraggio e recupero.
Quando il modulo di servizio di Starliner ha eseguito un’ultima accensione in deorbita, ha posizionato il veicolo spaziale sulla traiettoria ideale per rientrare nel sito di atterraggio previsto. Una volta completata la procedura, il modulo di servizio, che fornisce controllo termico, potenza e propulsione in orbita, è stato sganciato via. Lo Starliner Crew Module si è quindi allineato con lo scudo termico mentre si preparava per il rientro atmosferico, alle 22:32 UTC. Circa quattro minuti prima dell’atterraggio, lo scudo termico di Starliner è stato lanciato in mare, seguito dal dispiegamento dei paracadute.
Questi aiutano a rallentare ed allineare lo Starliner Boeing per atterrare perpendicolarmente sul terreno. L’ultima fase è il gonfiaggio degli airbag che attutiscono l’impatto della capsula con la sabbia del White Sands Space Harbor nel New Mexico. Una volta atterrate, le forze di recupero si sono mosse verso il veicolo spaziale per metterlo in sicurezza. Le operazioni di recupero sono assistite da numerosi membri del personale della NASA e della Boeing, inclusi ingegneri di veicoli spaziali e professionisti medici.
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