Questo fine settimana, un razzo della NASA della missione Sounding Rocket studierà il Cygnus Loop a circa 2.600 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Cigno. In quella parte dell’universo, una stella un tempo massiccia, 20 volte più grande del Sole, esplose in una brillante supernova. L’esplosione sarebbe stata abbastanza luminosa da poter essere vista ad occhio nudo da chi si trovava sulla Terra, anche durante il giorno.
Cygnus Loop un fenomeno raro
Sebbene l’esplosione sia avvenuta circa 20.000 anni fa, la materia stellare espulsa durante l’esplosione si espande ancora a 1,5 milioni di chilometri ogni ora. Nel 2012 era tre volte più grande di una luna piena e ora si pensa che sia 120 anni luce di diametro.
Il fenomeno Cygnus Loop, è una scoperta piuttosto rara, poiché riflette l’esplosione di una supernova in corso. Ci mostra in tempo reale, come gli elementi pesanti, che si sono formati nel cuore della defunta stella, vengono restituiti nell’universo. La prossima generazione di stelle e di galassie li erediterà per formarsi.
“Le supernovae come quella che ha creato il Cygnus Loop hanno un enorme impatto sul modo in cui si formano le galassie”, ha detto in una nota (rif.) Brian Fleming il ricercatore principale della prossima missione. Fleming e il suo team osserveranno il Cygnus Loop lanciando uno strumento su un piccolo razzo sonoro, un Sounding Rocket nello spazio suborbitale.
La missione INFUSE
Nello specifico, lo strumento raccoglierà il flusso di luce dal Cygnus Loop nelle lunghezze d’onda del lontano ultravioletto. Il bagliore mostra che polvere e gas, ad una temperatura compresa tra 50.000 a 300.000° C, stanno incontrando il freddo gelido dello spazio, mentre si espande.
“INFUSE osserverà come la supernova scarica energia nella Via Lattea. Catturerà la luce emessa mentre l’onda d’urto si schianta contro sacche di gas freddo fluttuanti intorno alla galassia”, ha detto Fleming nella stessa dichiarazione.
Gli astronomi affermano che questi dati diranno loro dove si trovano elementi specifici lungo questi resti. In definitiva, li aiuteranno a comprendere i cicli di vita delle stelle e delle galassie.
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