La capsula Soyuz con cui Roscosmos invia rifornimenti ed astronauti a bordo della ISS

I sentori c’erano tutti. L’invasione ingiustificata in territorio Ucraino ed il conseguente conflitto, ha acuito la tensione tra Roscosmos ed i suoi partener occidentali: NASA e ESA. La tensione è così palpabile che la NASA ha già intrapreso le contromisure per sopperire ad un eventuale ritirata del supporto russo sulla Stazione spaziale Internazionale (ISS). Il 26 Luglio lo strappo si è consumato. Roscosmos ha dichiarato che lascia l’ISS dopo il 2024. Una mossa che secondo gli analisti potrebbe portare all’interruzione dei voli con equipaggio tramite Soyuz e alla perdita dei moduli d’emergenza per spostare la ISS, Zvedza e Progress.

La decisione Russa

La conferma arriva quando i legami tra il Cremlino e l’Occidente si stanno dissolvendo. L’intervento militare di Mosca in Ucraina e le successive sanzioni devastanti hanno inferto il colpo di grazia alla storica collaborazione. Gli esperti del settore affermano che la partenza dalla Stazione Spaziale Internazionale influenzerebbe gravemente il settore spaziale del paese e assesterebbe un duro colpo al programma dei voli con equipaggio, una delle principali fonti di orgoglio russo.

“Ovviamente adempiremo a tutti i nostri obblighi nei confronti dei nostri partner, ma la decisione di lasciare la stazione dopo il 2024 è stata presa”, ha detto al presidente Vladimir Putin, Yury Borisov, il nuovo capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, secondo un resoconto del Cremlino. “Penso che a questo punto inizieremo a mettere insieme una stazione orbitale russa”, ha aggiunto Borisov, definendola la principale “priorità” del programma spaziale russo. IL 2024 non è una data a caso. La ISS dovrebbe essere ritirata dopo il 2024, anche se la NASA aveva già affermato che rimarrà operativa fino al 2030.

La Stazione Spaziale Internazionale è in orbita dal 1998. Per anni è stato il simbolo della cooperazione USA-Russia dopo il gelo della “Space Race” durante Guerra Fredda. Washington dichiara di non aver ricevuto nessuna conferma ufficiale dalla Russia, ha detto Robyn Gatens, direttore della ISS per la NASA, durante una conferenza stampa. Nello stesso tempo il direttore Gatens ha categoricamente affermato che relazioni spaziali USA-Russia non devono terminare. Finora, l’esplorazione spaziale è stata l’unico settore in cui l’alleanza Russia e Stati Uniti non è stata mai interrotta dalle tensioni geopolitiche accadute negli ultimi anni.

Isolamento e la caduta di Roscosmos

L’analista spaziale indipendente Vitaly Yegorov ha affermato che è quasi impossibile costruire una nuova stazione orbitante da zero in pochi anni, soprattutto nelle circostanze attuali. La Russia dipende fortemente dalle importazioni di qualsiasi cosa, dalle attrezzature alla produzione ai beni di consumo e si prevede che gli effetti delle sanzioni occidentali devasteranno l’economia del paese a lungo termine. “Né nel 2024, né nel 2025, né nel 2026 ci sarà una stazione orbitale russa”, ha detto Yegorov all’AFP. Inoltre ha aggiunto che la creazione di una stazione spaziale a tutti gli effetti richiederebbe almeno un decennio.

Yegorov ha affermato che se Roscosmos lascia l’ISS, significa che Mosca potrebbe dover sospendere il suo programma di voli con equipaggio “per diversi anni” o addirittura “indefinitamente”. La mossa potrebbe anche vedere Mosca abbandonare il suo principale porto spaziale, Baikonur, in affitto dall’ex repubblica sovietica del Kazakistan. I razzi Soyuz per anni sono stati l’unico modo per raggiungere la ISS, fino a quando SpaceX, gestito dal miliardario Elon Musk, non ha debuttato con la capsula Dragon nel 2020.

Gli esperti affermano che Roscosmos è oggi l’ombra di se stessa. Negli ultimi anni ha subito una serie di battute d’arresto, inclusa la corruzione e la perdita di numerosi satelliti e altri veicoli spaziali. Per ovviare a questo lento declino, a Luglio è stato nominato capo dell’agenzia spaziale un ex vice primo ministro con un background militare: Yury Borisov. L’uomo vicino a Putin, sostituisce Dmitry Rogozin, un politico noto per le sue dichiarazioni roboanti e il comportamento eccentrico.

Rogozin aveva precedentemente affermato che nel momento in cui Roscosmos lascia la ISS, questa sarebbe deorbitata e caduta sul territorio degli Stati Uniti o dell’Europa. Fortunatamente non accadrà nulla di tutto questo. I partner occidentali hanno già preso le contromisure per mantenere in orbita la Stazione Spaziale Internazionale ed il suo l’inestimabile valore scientifico. La ISS ed i suoi laboratori continueranno per ancora altri anni a fornirci le risposte alle più disparate ricerche in microgravità.

Sofia Bianchi

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