Luglio 2023 è stato il mese più caldo da quando misuriamo le temperature, 1880. Per la quinta volta consecutiva, la Terra segna un record

Luglio 2023, il mese più caldo degli ultimi 143 anni

EcoNews

Sulla scia dei tragici incendi delle Hawaii, responsabili della morte di oltre 90 persone, gli esperti della NASA si sono riuniti lunedì 14 agosto per discutere lo stato dell’emergenza climatica del nostro pianeta. I relatori hanno confermato che luglio 2023 è stato il mese più caldo mai registrato dalla fine del 1800. Ma cosa ben più grave gli ultimi cinque luglio più caldi della storia, si sono verificati negli ultimi cinque anni. La NASA prevede inoltre che il prossimo anno sarà ancora più caldo. 

L’attività antropogenica

In una dichiarazione (rif.) rilasciata subito dopo la conferenza afferma che luglio ’23 è stato di 0,24° Celsius più caldo di qualsiasi altro luglio registrato dalla NASA dal 1880. Nello stesso tempo, il più caldo del temperatura media dei mesi di luglio tra il 1951 e il 1980. “Luglio 2023 è stato il mese più caldo di sempre”, ha detto Sarah Kapnick, capo scienziato presso la National Oceanic and Atmospheric Administration, durante la conferenza.

“Le tendenze a lungo termine che abbiamo visto dal 19° secolo, in particolare dagli anni ’70, sono tutte dovute a effetti antropogenici”, ha affermato Gavin Schmidt, direttore del Goddard Institute for Space Studies della NASA. Il termine “antropogenico”, in questo caso, si riferisce semplicemente alle attività umane. Le più dannose per il pianeta sono bruciare carbone per produrre energia, abbattere alberi per costruire infrastrutture e favorire l’inquinamento atmosferico.

Schmidt ha spiegato che i dati della NASA mostrano chiaramente che altri fattori di cambiamento climatico come El Niño o l’attività vulcanica crea impatti “molto, molto piccoli” sul riscaldamento globale rispetto alla componente antropogenica. El Niño, ad esempio, può portare a un aumento temporaneo della temperatura di circa 0,1° Celsius (rif.). Al contrario il riscaldamento globale osservato finora supera di gran lunga queste quantità (rif.). “Senza il contributo umano ai driver del cambiamento climatico, non vedremmo nulla di simile”, ha detto Schmidt.

Aumento della temperatura, maggiori danni climatici

Le osservazioni a lungo termine del team, provengono da modelli statistici pieni di informazioni sull’evoluzione della temperatura della Terra. Diversi processi, che si verificano in tutto il mondo, naturali e non, concorrono con questa evoluzione. “Le temperature che stiamo sperimentando ora, si possono ottenere solo se includi le emissioni di gas serra nell’atmosfera e il cambiamento nell’uso del suolo che abbiamo creato sulla Terra”, ha detto Kapnick. 

Vale la pena preoccuparsi di tali temperature in aumento, perché aiutano a creare le condizioni perfette per gravi disastri naturali come siccità, cicloni e incendi, inclusa la crisi delle Hawaii che si è verificata negli ultimi giorni.

“Guardati intorno e vedrai cosa è successo”, ha detto l’amministratore della NASA Bill Nelson durante la conferenza. “Abbiamo inondazioni record nel Vermont. Abbiamo temperature record a Phoenix e a Miami. Gran parte del paese è stata coperta dal fumo degli incendi”. Il cambiamento climatico ha costretto le tempeste a spostarsi verso nord, portando a una diminuzione delle precipitazioni creando condizioni di siccità nelle regioni sub-tropicali. “In generale il cambiamento climatico è una sorta di moltiplicatore di minaccia per gli incendi” ha ribadito Schmidt.

L’impatto del Climate Change sugli oceani

La discussione di lunedì, ha anche toccato gli effetti che il cambiamento climatico sta avendo sulla salute marina. “Gli oceani stanno subendo circa il 90% del riscaldamento globale”, ha detto durante la conferenza Carlos Del Castillo, capo dell’Ocean Ecology Laboratory della NASA. “Mentre gli oceani si riscaldano, l’acqua si espande. Quando si combina questi due fattori, evidente con lo scioglimento dei ghiacci, si verifica l’innalzamento del livello del mare”.

Le conseguenze di tale innalzamento del livello del mare, includono inondazioni e persino l’erosione costiera. Castillo ha indicato l’esempio di Miami Beach in Florida. “Hanno subito inondazioni costiere sempre più frequenti, cinque volte di più rispetto a quelle che hanno vissuto 50 anni fa”.

“Sfortunatamente, le barriere coralline non si spostano e devono restare ferme e subire il peso del riscaldamento globale”, ha affermato. “Il 25% delle specie marine ha qualcosa a che fare con i coralli. Questi contribuiscono, indirettamente, al sostentamento di milioni di persone e proteggono la costa dalle maree e dalle tempeste”.

Gli strumenti della NASA

Per cercare di evitare un altro luglio caldo come quello del 2023, è imminente la missione PACE (Plankton, Aerosol, Cloud, Ocean Ecosystem) della NASA, uno dei tanti strumenti che analizzano il clima su cui sta lavorando l’agenzia. Oltre agli aerei a volo autonomo per gli incendi ed a dati sulla Terra open source, il satellite PACE dovrebbe essere lanciato nel 2024. L sua missione è rilevare i cambiamenti oceanici come la variazione di colore.

“Un anno come questo ci dà un’idea di come l’aumento delle temperature e le piogge più intense possano avere un impatto sulla nostra società e stressare le infrastrutture critiche nel prossimo decennio”, ha affermato Kapnick. “Questi anni saranno addirittura freddi al confronto al 2050, se continuiamo a riscaldare il nostro pianeta”.

Martina De Luca

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