Dal suo arrivo a sorpresa nel sistema solare nel 2017, l’oggetto interstellare Oumuamua ha lasciato perplessa l’intera comunità scientifica. Un duo di astronomi americani oggi pensa di aver risolto il mistero. Oumuamua non è una astronave aliena !
La storia di Oumuamua
In un primo momento, il misterioso oggetto fu classificato come asteroide. Successivamente, venne riformulato come una probabile cometa, mentre per alcuni, Oumuamua fu addirittura considerato come una possibile astronave aliena. La roccia spaziale lunga 200 metri ha sfrecciato attraverso il Sistema Solare alla fine del 2017. Durante il suo passaggio, la roccia si avvicinò alla Terra ad una distanza di 24 milioni di chilometri, 62 volte la distanza Terra-Luna, per poi scomparire dopo poche settimane dalla scoperta.
Le brevi osservazioni fatte in quel periodo dimostrarono che Oumuamua tracciò un’orbita “iperbolica”. La traiettoria a forma di boomerang, indica che la roccia spaziale non è originaria del nostro Sistema Solare, ma lo stava solo attraversando per poi sparire per sempre. Il primo corpo interstellare mai osservato, ha ovviamente spinto gli astronomi di tutto il mondo a seppellirsi nei dati disponibili per scoprire tutto il possibile su questo oggetto misterioso.
Una delle domande a cui gli scienziati hanno faticato a rispondere, riguardava la velocità di Oumuamua, che sembrava aumentare man mano che la roccia girava intorno al Sole. Grandi corpi, come pianeti e stelle, possono dare a oggetti più piccoli, un spinta gravitazionale che li accelera. Ma Oumuamua, viaggiava ad 87 chilometri al secondo, circa tre volte più velocemente di una comune cometa. Questa velocità non è giustificabile con una spinta gravitazionale.
La strana accelerazione
Per questa ragione molti scienziati conclusero che, non potesse essere un asteroide. Oumuamua doveva essere quindi una cometa. Questi oggetti quando sopraggiungono nel Sistema Solare, ricevono ulteriore slancio dall’acqua che evapora dai loro nuclei ghiacciati, mentre si riscaldano vicino al Sole. Le comete, tuttavia, sono famose per le loro spettacolari code come risultato del processo di degassamento. Oumumua però non ha mostrato alcuna coda, quindi anche questa ipotesi fu scartata.
I ricercatori quindi hanno cercato di spiegare il meccanismo alla base dell’accelerazione di Oumuamua, ma tutte le idee proposte hanno sempre avuto lacune significative. In un nuovo studio pubblicato su Nature (rif.), Jennifer Bergner, professore di chimica dell’Università di Berkeley e Darryl Seligman, della US National Science Foundation presso la Cornell University, propongono una nuova teoria, che potrebbe finalmente porre fine alla questione.
“Sono diversi anni che cerco di spiegare il degassamento”, ha detto Seligman. “In primo luogo, ho pensato che forse non c’era troppa polvere nel degassamento per formare la chioma. Successivamente, abbiamo pensato che forse fosse fatta di un materiale più volatile di quello che vediamo nelle solite comete, come l’idrogeno o l’azoto. Ma c’erano problemi teorici con ognuna di queste spiegazioni”.
La risposta che cercavamo
L’idrogeno, ad esempio, richiede temperature estremamente basse per congelarsi in oggetti delle dimensioni di Oumuamua. Gli scienziati non si aspettano queste temperature all’interno delle dense nubi molecolari in cui si formano questi oggetti e l’azoto non è abbastanza presente nella Via Lattea. In realtà Seligman e Bergner propongono che potrebbe non esserci nulla di particolare nella chimica di Oumuamua.
Probabilmente l’oggetto è stato sottoposto a processi, al di fuori del Sistema Solare, che non osserviamo nelle nostre comete abituali. “Una cometa che viaggia attraverso il mezzo interstellare viene fondamentalmente cotta dalle radiazioni cosmiche, formando idrogeno come risultato”, ha detto Bergner. “Se questo processo fosse accaduto, è possibile intrappolare l’idrogeno, in modo che venga liberato quando Oumuamua è entrato nel sistema solare ?”
I calcoli del team hanno mostrato che, in teoria, la forza di questo degassamento dell’idrogeno potrebbe spiegare la strana accelerazione di Oumuamua. Gli astronomi hanno persino trovato studi sperimentali vecchi di oltre 40 anni che dimostrano che le particelle ad alta energia, presenti nei raggi cosmici, possono scindere l’idrogeno molecolare dal ghiaccio d’acqua ma tenerlo intrappolato all’interno di un blocco di ghiaccio.
“La cosa bella dell’idea di Jenny è che è esattamente ciò che dovrebbe accadere alle comete interstellari”, ha dichiarato Seligman. “Avevamo tutte queste idee stupide, come gli iceberg all’idrogeno e altre cose folli. Oumuamua non è affatto una astronave aliena”. Sebbene Oumuamua sia sparito per sempre, Seligman spera che presto vengano scoperti nuovi visitatori interstellari che aiuteranno gli astronomi a trovare ulteriori spiegazioni. I nuovi telescopi che entreranno in funzione nel prossimo decennio dovrebbero potenziare questa ricerca e fornire nuove risposte.
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