Il secondo lancio della Starship ha portato l'astronave nello spazio, ma anche questa volta i due veicoli sono andati distrutti

Secondo lancio di Starship, ulteriore passo in avanti

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Il megarazzo Starship di SpaceX, il più grande mai costruito, è stato lanciato ieri per il suo secondo lancio di prova. Un test molto atteso che ha portato l’intero veicolo per la prima volta nello spazio. Purtroppo il test anche questa volta non è durato lungo. Subito dopo la separazione dei due stadi, il massiccio Super Heavy (Booster 9) è stato fatto esplodere. Anche lo stadio superiore (Ship 25) della Starship è esploso prima di raggiungere l’altitudine target.

Superato il problema della separazione dei due stadi

“Quello che crediamo, in questo momento, è che il sistema automatizzato di terminazione del volo sul secondo stadio sembra essersi attivato molto tardi”, ha affermato John Insprucker, il principale ingegnere di integrazione di SpaceX. L’enorme nave spaziale è decollata intorno alle 13:00 GMT dall’impianto Starbase di SpaceX a Boca Chica.

Centinaia di spettatori radunati per assistere al lancio hanno esultato, quando la luce dei 33 motori Raptor del primo stadio della Starship, brillavano durante la sua salita. Con un’altezza di quasi 122 metri, Starship è il razzo più grande e potente mai costruito. Il primo decollo, avvenuto il 20 aprile di quest’anno, non è andato bene come quest’ultimo. Quel lancio si concluse con l’autodistruzione dopo circa quattro minuti di volo. Uno dei motivi fu la mancata separazione dei due stadi dell’astronave. 

Per evitare questo problema SpaceX ha deciso di adottare una nuova strategia l’hot staging, in cui i motori dello stadio superiore iniziano ad accendersi prima della separazione. Questo concetto in realtà non è nuovo. Fu utilizzato su veicoli come il Titan II del programma Gemini della NASA negli anni ’60 e sul venerabile razzo russo Soyuz, che è ancora in funzione.

Finalmente raggiunto lo spazio

La separazione dei due stadi è avvenuta a circa 2 minuti e 41 secondi dopo il decollo, e sembrava procedere senza intoppi, ma il booster Super Heavy è esploso poco dopo. “Prenderemo questi dati e miglioreremo la sequenza di allestimento a caldo e probabilmente miglioreremo l’hardware stesso per il prossimo volo”, ha detto Kate Tice, responsabile tecnico della qualità di SpaceX. L’azienda sperava di effettuare un atterraggio morbido del primo stadio nel Golfo del Messico per testare i processi di rientro e atterraggio.

Nel contempo lo stadio superiore dell’astronave, la Ship 25, ha volato per un breve periodo dopo la separazione. SpaceX sperava di stabilire l’acquisizione del segnale con la navicella spaziale all’altitudine target di circa 250 chilometri. Ma la telemetria del veicolo è andata persa circa otto minuti dopo il decollo. L’ultimo segnale telemetrico proveniente dalla Ship 25 ha segnato l’altitudine di 148 chilometri.

Ancora una volta, bisogna sottolineare che questo non è stato affatto un fallimento. Nessuno dei tecnici si aspettava che la navicella raggiungesse l’orbita completa attorno alla Terra. “Oggi non puntiamo all’orbita. Puntiamo quasi all’orbita”, ha detto Siva Bharadvaj, un ingegnere operativo di SpaceX. “L’obiettivo era arrivare a un profilo di spinta simile a quello di cui avremmo bisogno per raggiungere l’orbita”.

La NASA spettatrice interessata

“Onestamente, è stata una giornata incredibilmente riuscita. Anche se abbiamo avuto una autodistruzione,” ha detto Tice. “È fantastico. Abbiamo così tanti dati che ci aiuteranno a migliorare per il nostro prossimo volo”. Tra gli spettatori interessati al secondo lancio della Starship c’era anache la NASA. Il ritorno degli astronauti sulla superficie della Luna dipende molto dalla SpaceX. L’agenzia spaziale americana ha scelto Starship come lander lunare per la missione Artemis 3. Questa dovrebbe portare gli astronauti sulla Luna alla fine del 2025.

Il pad di lancio dopo il decollo della Starship. Rispetto al primo tentativo non ha subito alcun danno, segno che le migliorie di SpaceX hanno funzionato appieno. Credit: RGV Aerial Photofraphy
Il pad di lancio dopo il decollo della Starship. Rispetto al primo tentativo non ha subito alcun danno, segno che le migliorie di SpaceX hanno funzionato appieno. Credit: RGV Aerial Photofraphy

Attualmente, le iterazioni di test di Starship non includono nessuno dei componenti della cabina o di supporto vitale necessari per trasportare un carico utile o sostenere un equipaggio. Ma SpaceX scommette molto sul successo del razzo. Tuttavia, l’azienda dovrà indagare sulle cause che hanno portato all’autodistruzione e adottare misure per evitare che la stessa cosa si ripeta in futuro.

Stefano Gallotta

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