I resti di una stella esplosa 36 anni hanno catturato lo sguardo del James Webb Space Telescope e la sua NIRCam. Il telescopio ha immortalato i detriti stellari in espansione, rivelando nuovi dettagli sul residuo di supernova 1987A. Situata a circa 168.000 anni luce dalla Terra nella Grande Nube di Magellano e rappresenta la distruzione di una stella supergigante blu chiamata Sanduleak-69 202.
Prima che esplodesse, si pensava che quella stella avesse una massa circa 20 volte quella del Sole. 1987A è così luminosa, da essere visibile ad occhio nudo nell’emisfero meridionale. Da sempre gli astronomi hanno seguito le tracce dei suoi detriti in espansione.
Lo studio di 1987A
Con il James Webb i resti della supernova 1987A sono stati catturati con un dettaglio senza precedenti. E grazie a queste immagini è scaturito uno studio (rif.) condotto da Mikako Matsuura dell’Università di Cardiff. Il progetto ha utilizzato James Webb per misurare l’onda d’urto della supernova in espansione. Quando le stelle massicce, come le supergiganti blu, si avvicinano alla fine della loro vita, diventano instabili e iniziano a emettere grandi quantità di materia.
Il telescopio spaziale Hubble ha osservato in precedenza l’onda d’urto in espansione della Supernova 1987A. Fu calcolato che viaggiava inizialmente a circa 7.000 chilometri al secondo, scontrandosi con un anello di detriti circumstellari espulsi dalla stella. Quando l’onda si è scontrata con questo anello, ha rallentato fino a raggiungere una velocità di circa 2.300 chilometri al secondo.
I grumi all’interno di questo anello si sono gradualmente illuminati. Altri due anelli, che sembrano trovarsi su un piano diverso da quello principale, sono più misteriosi. Gli astronomi hanno ipotizzato che questi anelli potrebbero trovarsi nei punti in cui il vento stellare della stella, interagisce con il materiale precedentemente espulso dalla stella.
L’ipotesi della stella di neutroni
In alternativa, potrebbero essere illuminati dai getti di una stella di neutroni invisibile. Secondo gli esperti, si è formata insieme all’esplosione della supernova. James Webb ha rivelato nuovi dettagli sulla supernova 1987A. L’onda d’urto si è espansa oltre l’anello principale e ha riaccelerato a circa 3.600 chilometri al secondo. Questo ha prodotto nuovi punti caldi che potrebbero, con il tempo, diventare luminosi come quelli precedentemente identificati.
Inoltre si intravede anche un’emissione più diffusa sotto forma di bagliore. Probabilmente l’onda d’urto della supernova eccita il gas attorno al luogo dell’esplosione. Ma c’è dell’altro, James Webb ha individuato all’interno dell’anello principale due archi o mezzelune. Queste caratteristiche, suggerisce il team, potrebbero rappresentare gli strati esterni di gas espulsi dalla supernova.
Il James Webb continuerà a monitorare il resto della supernova in espansione mentre si evolve, nonché a cercare la stella di neutroni al centro dell’esplosione, che finora non è stata vista. Esistono, tuttavia, prove indirette della stella di neutroni sotto forma di emissione di raggi X rilevata dagli osservatori a raggi X Chandra e NuSTAR della NASA. Anche le osservazioni dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) indicano che la stella di neutroni potrebbe essere nascosto in uno dei mucchi di polvere nel cuore dei resti.
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