Un gruppo di ricercatori utilizzando il telescopio spaziale James Webb ha catturato per la prima volta la rete cosmica primordiale

James Webb vede per la prima volta il filamento di rete cosmica

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Quando osserviamo le stelle siamo portati a pensare che siano distribuite in modo più o meno uniforme. Ma non è affatto così. Tutte le stelle fanno parte di una gigantesca rete cosmica che collega le galassie nell’universo, come fili di immensa ragnatela, lasciando nel mezzo strisce di vuoto molto grande. 

In due articoli pubblicati su The Astrophysical Journal Letters il 29 giugno (rif.), gli scienziati usando l’oramai celebre James Webb Space Telecope descrivono in dettaglio le prove che questa massiccia rete cosmica risale quasi all’alba dell’universo. 

James Webb e la rete cosmica primordiale

Utilizzando i dati del telescopio spaziale, gli astronomi hanno scoperto un enorme viticcio gassoso composto da 10 galassie fitte che si estendono per oltre 3 milioni di anni luce. Secondo i ricercatori, questo antico filamento di gas e stelle potrebbe rappresentare il più antico filo conosciuto della rete cosmica.

“Sono rimasto sorpreso da quanto è lungo e stretto questo filamento”, ha dichiarato Xiaohui Fan, astronomo dell’Università dell’Arizona e membro del gruppo di ricerca. “Mi aspettavo di trovare qualcosa, ma non mi aspettavo una struttura così lunga e nettamente sottile”.

Il filamento appena scoperto si è formato quando l’universo era giovane, appena 830 milioni di anni dopo il Big Bang. È ancorato a un oggetto celeste estremamente luminoso con al centro unna quasar. Questa brillante quasar è la ragione per cui gli scienziati hanno scoperto il viticcio in primo luogo. 

Lo studio delle quasar e dei buchi neri

Fan e il suo team stanno lavorando come parte del progetto ASPIRE (A Spectroscopic Survey of Biased Halos in the Reionization Era), che mira a studiare come i primi buchi neri hanno influenzato l’evoluzione galattica. Il quasar rilevato qui era uno dei 25 quasar dell’universo primordiale su cui il progetto ha gli occhi puntati da tempo. 

“Questa è una delle prime strutture filamentose che le persone abbiano mai trovato associate a un quasar distante”, ha detto nella dichiarazione Feige Wang, astrofisico dell’Università dell’Arizona e ricercatore principale del programma.

I ricercatori inoltre ipotizzano che i buchi neri abbiano contribuito a formare la rete cosmica agendo come pozzi gravitazionali per riunire la materia. Occasionalmente, gli stessi avrebbero scagliato la materia lontano su “venti cosmici”, che si muovono attorno a quasar estremamente attivi. La gravità mantiene collegati questi filamenti di stelle e polvere, anche se i venti li spingono attraverso l’universo. I ricercatori pensano che alla fine il filamento si condenserà in un ammasso di galassie, simile al Coma Cluster, che si trova a circa 330 milioni di anni luce dalla Terra

Stefano Gallotta

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