La più grande incertezza nella previsione dell’innalzamento del livello del mare globale è data dalla perdita di ghiaccio Antartico che continuerà ad accelerare con il cambiamento climatico. Due studi pubblicati il 10 agosto e guidati dai ricercatori del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, rivelano nuovi dati inaspettati su come la calotta glaciale antartica ha perso massa negli ultimi decenni.
Gli inequivocabili studi scientifici
Uno studio, pubblicato sulla rivista Nature (rif.), traccia una mappa di come il distacco di iceberg abbia cambiato la costa antartica negli ultimi 25 anni. I ricercatori hanno scoperto che il bordo della calotta glaciale ha subito una perdita di ghiaccio più velocemente di quanto il ghiaccio possa rimpiazzarlo. Questa scoperta a sorpresa, raddoppia le stime precedenti della perdita di ghiaccio Antartico dalle piattaforme galleggianti dal 1997. Questa perdita è stimabile tra 6 trilioni a 12 trilioni di tonnellate. Inoltre la perdita dovuta al distacco ha indebolito le piattaforme di ghiaccio e ha consentito ai ghiacciai antartici di fluire più rapidamente nell’oceano, accelerando il tasso di innalzamento del livello del mare globale.
Un ulteriore studio, pubblicato su Earth System Science Data (rif.), mostra con dettagli senza precedenti come la perdita del ghiaccio antartico si è costantemente diffusa dai bordi esterni del continente al suo interno. Insieme, i due studi, quasi complementari, forniscono la visione più completa di come sta cambiando, sotto i nostri occhi, il continente ghiacciato. “L’Antartide si sta sgretolando dai suoi margini”, afferma lo scienziato del JPL Chad Greene, autore principale dello studio sul distacco dei ghiacci. “E quando le piattaforme di ghiaccio diminuiscono e si indeboliscono, i massicci ghiacciai del continente tendono ad accelerare e ad aumentare il tasso di innalzamento del livello del mare globale”.
La maggior parte dei ghiacciai antartici sfociano nell’oceano, dove finiscono in banchi di ghiaccio galleggianti spessi fino a 3 chilometri e larghi 800 chilometri. Le piattaforme di ghiaccio agiscono come contrafforti, impedendo che il ghiaccio possa scivolare nell’oceano. Quando le piattaforme di ghiaccio sono stabili, hanno un ciclo naturale di distaccamento e ricrescita che mantiene le loro dimensioni costanti a lungo termine.
Interpretare le immagini satellitari
Ma negli ultimi decenni, il riscaldamento dell’oceano ha destabilizzato le piattaforme di ghiaccio dell’Antartide sciogliendole dal basso, rendendole più sottili e più deboli. Gli altimetri satellitari misurano il processo di assottigliamento registrando la variazione d’altezza dei bordi. Ma fino ora non c’era stata una valutazione completa di come il cambiamento climatico influenzi il distacco e la frammentazione della piattaforma Antartica.
In parte, le difficoltà sono dovute al fatto che le immagini satellitari sono difficile interpretazione. “Ad esempio si può provare ad immaginare di guardare un’immagine satellitare e cercare di capire la differenza tra un iceberg, una piattaforma di ghiaccio bianca, un mare ghiacciato e una nuvola bianca. È sempre stato un compito difficile. Ora abbiamo abbastanza dati da più sensori satellitari per vedere un quadro chiaro di come si è evoluta la costa dell’Antartide negli ultimi anni” ha precisato Greene.
Per il nuovo studio, Greene e i suoi coautori, hanno unito le immagini satellitari del continente nelle lunghezze d’onda del visibile, dell’infrarosso (calore) e del radar dal 1997. Combinando queste misurazioni, con la comprensione del flusso di ghiaccio acquisita da un progetto di mappatura dei ghiacciai della NASA, hanno tracciato i bordi delle piattaforme di ghiaccio a circa 50.000 chilometri di costa antartica.
La perdita di ghiaccio sembra inarrestabile
La perdita ghiaccio antartico dovuto alla disgregazione hanno superato così tanto la crescita naturale della piattaforma, che i ricercatori pensano che sia improbabile che l’Antartide possa tornare alla sua estensione precedente al 2000 entro la fine di questo secolo. In effetti, i risultati suggeriscono che ci si possono aspettare solo maggiori perdite. Le più grandi piattaforme di ghiaccio dell’Antartide sembrano essere tutte dirette a grandi eventi di frantumazione nei prossimi 10-20 anni.
Nello studio complementare, gli scienziati del JPL, hanno combinato quasi 3 miliardi di punti, rilevati da sette sonde spaziali, per produrre il dateset più grande mai esistito, sull’altezza variabile della calotta glaciale partendo dal 1985. Hanno usato il radar e misurazioni laser dell’elevazione del ghiaccio, con una precisione di pochi centimetri, per produrre le mappe mensili dei cambiamenti con la più alta risoluzione mai realizzate sulla perdita di ghiaccio.
I dettagli senza precedenti rivelano come le tendenze a lungo termine e i modelli meteorologici annuali influenzino il ghiaccio. Mostra anche l’ascesa e la caduta della calotta glaciale mentre i laghi subglaciali riempiono e svuotano regolarmente miglia sotto la superficie. “Le sottili variazioni, in combinazione con una migliore comprensione delle tendenze a lungo termine, aiuteranno i ricercatori a comprendere i processi che influenzano la perdita di ghiaccio. Questo porterà a migliori stime future dell’innalzamento del livello del mare”, ha affermato Johan Nilsson del JPL, autore principale dello studio.
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