Secondo alcuni recenti studi l'uso delle vele solari e la miniaturizzazione delle sonde porterebbe a rapida viaggi interplanetari

Le vele solari aiuteranno i viaggi interplanetari

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Nell’esplorazione spaziale, non solo abbiamo raggiunto il corpo celeste più vicino, la Luna, ma ci siamo anche avventurati nel vasto territorio del Sistema Solare. Nel 1982, la sonda Voyager 2 è arrivata oltre Urano raggiungendo una distanza mai toccata da nessun altro veicolo spaziale. Attualmente, Voyager 2 continua il suo viaggio attraverso la costellazione del Pavone, a 17,9 ore luce di distanza dalla Terra, quasi cinquant’anni dopo il suo lancio. Una nuova ricerca suggerisce che in futuro le vele solari potranno aiutarci nei viaggi interplanetari.

Il progetto LightSail-2

Gli ostacoli più grandi in queste imprese sono la spesa, ma anche il tempo necessario per raggiungere obiettivi così lontani. Incidono, inoltre anche i tempi di pianificazione e costruzione dei veicoli spaziali per queste lunghe spedizioni. Mediamente sono necessari circa un decennio di ricerca, anni di meticolosi calcoli per l’intera progettazione. Considerati questi elementi, sembra improbabile che avremo un’altra opportunità di osservare i corpi celesti come Urano nel prossimo futuro.

Un gruppo di ricercatori, guidato da Slava Turyshev del Jet Propulsion Laboratory (JPL), responsabile del lancio delle sonde Voyager nel 1977 è ansioso di riprendere l’esplorazione spaziale. Il team suggerisce una nuova modalità di trasporto che ha il potenziale per ridurre la spesa ed accorciare tutti i tempi. Parliamo di una modalità di trasporto economica, rapida e leggera che usa sonde in miniatura con vele solari per viaggi interplanetari, come descritto in un articolo pubblicato su arXiv (rif.).

L’utilizzo della radiazione solare per generare propulsione è noto come navigazione solare. Il progetto LightSail-2 della Planetary Society ha mostrato i progressi di questa tecnologia attraverso una missione di crowdfunding condotta nel 2019. Secondo gli studiosi, le vele solari guadagnano propulsione attraverso l’utilizzo di materiali leggeri, riflettenti e meno densi mentre si trovano nello spazio.

Il Sundiver Concept

La pressione dei fotoni emanata dal Sole genera una forza che superfluo l’uso di propellenti ingombranti sfruttati nei tradizionali metodi di propulsione chimica ed elettrica. Secondo alcuni ricerche, le vele offrono un’alternativa più economica alle costose attrezzature per la propulsione. Inoltre, affermano che la costante pressione dei fotoni solari può essere sfruttata per diverse manovre veicolari, come rapidi cambiamenti del piano orbitale o volo stazionario.

I progressi delle vele solari e nella miniaturizzazione delle sonde, potrebbero facilitare missioni economiche ed entusiasmanti per avventurarsi rapidamente nelle aree esterne del nostro Sistema Solare. La fusione di queste due tecnologie è stata etichettata dai ricercatori come Sundiver Concept. Grazie alla sua migliorata agilità, il veicolo spaziale è in grado di trasportare comodamente carichi insignificanti dove vogliamo. Inoltre la tecnologia permetterebbe anche l’attracco a veicoli grandi. Secondo i ricercatori, infatti è possibile ottenere notevoli risparmi sui costi attraverso l’uso del Sole e di un vettore che non necessita di un sito di lancio. 

Gli attuali costi sono in gran parte dovuti alla dipendenza dalla propulsione chimica. Questa tipologia di propulsione è lenta e costosa e non può sostenere l’attuale approccio all’esplorazione del Sistema Solare. Necessitiamo di un metodo innovativo. Molto importante sarà il supporto al progetto della NASA e delle agenzie spaziali. Questi finanziamenti porterebbero alla creazione di veloci sonde a vela solare che attraverserebbero il Sistema Solare nel giro di pochi anni.

Stefano Gallotta

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