È nata una ricerca europea LOFAR di segnali radio extraterrestri a basse frequenze mai esplorate fin ora. Il programma SETI il più famoso per la ricerca dell’intelligenza extraterrestre, si è tradizionalmente concentrata sulle frequenze radio superiori a un gigahertz, come la frequenza della linea dell’idrogeno a 1,42 GHz.
Gli astronomi del SETI tendono a non contemplare le frequenze più basse, perché l’atmosfera terrestre rende questa tipologia di osservazioni rumorose. Tuttavia, il Low Frequency Array europeo, o LOFAR in breve, è appositamente progettato per condurre radioastronomia proprio a queste frequenze.
La collaborazione tra LOFAR e SETI
LOFAR è una serie di antenne radio che si estendono per centinaia di chilometri in tutta Europa. La struttura centrale è nei Paesi Bassi ma le stazioni aggiuntive sono in Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Polonia, Svezia e Regno Unito. Le stazioni incorporano due tipi di antenne. Antenne a banda bassa che operano tra 10 e 90 MHz e antenne a banda alta che ascoltano l’universo tra 100 e 250 MHz.
In concomitanza con il progetto Breakthrough Listen di SETI, le stazioni LOFAR in Irlanda e Svezia sono state utilizzate insieme nella prima parte della prima ricerca a bassa frequenza di segnali extraterrestri. Questa ricerca ha utilizzato le antenne a banda alta per ascoltare segnali radio a frequenze comprese tra 110 e 190 MHz.
Lo scopo è scovare perdite da trasmettitori ad alta potenza, come radar planetari o comunicazioni con veicoli spaziali. Ad oggi la ricerca ha coinvolto 1.631.198 sistemi stellari identificati dal Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA e dalla sonda Gaia dell’Agenzia spaziale europea (ESA).
L’aggiornamento dell’array LOFAR
Utilizzando più siti in Irlanda e Svezia, gli astronomi sono stati in grado di negare gli effetti delle interferenze in radiofrequenza terrestri e di escludere rapidamente eventuali falsi positivi. Se un segnale anomalo viene rilevato solo da una stazione e non dalle altre, si tratterebbe di un’interferenza locale. Solo un segnale proveniente dallo spazio potrebbe essere rilevato da tutte le stazioni in contemporanea.
Non sono stati rilevati segnali radio a banda stretta con una caratteristica deriva di frequenza causata dal movimento orbitale di un esopianeta che ospita un trasmettitore che emette segnali con una potenza di almeno decine di milioni di watt. Tuttavia, la ricerca a bassa frequenza è solo all’inizio e i miglioramenti nei prossimi anni ne aumenteranno la sensibilità.
“LOFAR sarà presto sottoposto a una serie di aggiornamenti graduali dell’array in tutta Europa, che consentiranno un SETI ancora più ampio a gamme di 15-240 MHz”, ha affermato Owen Johnson autore principale della pubblicazione (rif.), in una recente dichiarazione (rif.). Tra questi aggiornamenti ci saranno due nuove stazioni LOFAR in Bulgaria e Italia. Saranno inoltre implementati nuovi software informatici e gli algoritmi di intelligenza artificiale accelereranno l’analisi dei risultati.
“Abbiamo miliardi di sistemi stellari da esplorare e faremo affidamento su alcune tecniche di apprendimento automatico per vagliare l’immenso volume di dati”, ha affermato Johnson. “Questo di per sé è interessante: sarebbe abbastanza ironico se l’umanità scoprisse la vita aliena utilizzando l’intelligenza artificiale.”
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