L’obbiettivo principale del rover Perseverance sul suolo di Marte è la ricerca e di materiale organico. Per questo motivo il luogo dell’atterraggio è stato minuziosamente scelto, per aiutare il rover nella ricerca. Il cratere Jazero, luogo prescelto per l’atterraggio, non ha deluso le aspettative. In un anno di attività, abbiamo appreso tanto sia dal punto di vista morfologico che sull’evoluzione geologica. Nello specifico Perseverance ha trovato e raccolto anche del materiale organico, probabili firme di una vita passata sul pianeta rosso.
Largo 45 chilometri, il cratere Jazero formatosi 3,5 miliardi di anni fa, era un antico delta fluviale di un fiume che sfociava in un grande lago. Perseverance sta attualmente studiando le rocce sedimentarie del delta, formate quando particelle di varie dimensioni si sono depositate nell’ambiente un tempo acquoso. Durante la sua prima campagna scientifica, il rover ha invece esplorato il fondale del cratere, trovando roccia ignea. Queste rocce si generano in profondità nel sottosuolo dal magma o durante l’attività vulcanica in superficie.
La sonda ha raccolto quattro campioni dall’inizio di Luglio. Tutti e quattro sono estratti da rocce che mostrano come questa parte di Marte potrebbe, molto tempo fa, aver sostenuto organismi simili alla Terra. Addirittura potrebbero persino preservare i segni di tale vita microbica.
Come ha raccolto materiale organico Perseverance ?
“Le rocce che abbiamo studiato sul delta hanno la più alta concentrazione di materia organica che abbiamo mai trovato durante la missione”, ha detto lo scienziato del progetto Ken Farley, del California Institute of Technology di Pasadena, durante la conferenza stampa di ieri. “Naturalmente, le molecole organiche sono i mattoni della vita. Quindi è tutto molto interessante” ha aggiunto Farley.
Una caratteristica morfologica del delta che il rover ha recentemente campionato e studiato è una roccia larga un metro che il team chiama Wildcat Ridge. Questa è una pietra fangosa a grana fine che probabilmente si è formata sul fondo dell’antico lago di Jezero, hanno detto i membri del team. Lo strumento SHERLOC (Scanning Habitable Environments with Raman and Luminescence for Organics and Chemicals) di Perseverance ha scoperto che la roccia è ricca di sostanze organiche, che sono associate a minerali contenenti zolfo, chiamati solfati.
“Questa correlazione suggerisce che, quando il lago stava evaporando, sia i solfati che le sostanze organiche si sono depositati, conservati e concentrati in quest’area”, ha detto lo scienziato Sunanda Sharma, del Jet Propulsion Laboratory della NASA, durante la conferenza stampa. “Sulla Terra, è noto che i depositi di solfato conservano le sostanze organiche e possono ospitare segni di vita. Questo rende questi campioni e questa serie di osservazioni tra le più affascinanti che abbiamo fatto finora. Inoltre giustifica parte dell’entusiasmo che il team ha provato quando ci stavamo avvicinando nel zona del delta” ha aggiunto.
Quindi c’è stata vita su Marte ?
Farley e Sharma hanno insieme sottolineato a gran voce, che questi composti marziani non possono essere considerati delle biofirme. Le sostanze organiche possono essere generate e posizionate da processi puramente geologici. I dati raccolti da Perseverance finora non ci dicono abbastanza per poter trarre delle conclusioni. In effetti, sarà molto difficile per il team arrivare a queste conclusioni, usando solo le osservazioni del rover. Dopotutto, il compito è complesso e l’onere della prova, che una presunta scoperta di vita aliena deve soddisfare, è molto alto.
Nel 2013, il rover Curiosity della NASA ha trovato prove di materia organica in campioni di polvere di roccia. Anche Perseverance ha già rilevato materiale organico nel cratere Jezero. Ma a differenza di quella precedente scoperta, quest’ultima è stata effettuata in un’area in cui, in un lontano passato, sedimenti e sali si erano depositati in un lago in condizioni in cui la vita avrebbe potuto esistere. “In un lontano passato, la sabbia, il fango e i sali che ora compongono il campione di Wildcat Ridge sono stati depositati in condizioni in cui la vita avrebbe potuto potenzialmente prosperare”, ha affermato Farley.
Tuttavia, per quanto capaci siano gli strumenti a bordo di Perseverance, ulteriori conclusioni su ciò che è contenuto nel campione di Wildcat Ridge, dovranno aspettare fino al ritorno sulla Terra per uno studio approfondito con la missione Mars Sample Return. “Ho studiato l’abitabilità e la geologia marziana per gran parte della mia carriera e conosco in prima persona l’incredibile valore scientifico del ritorno sulla Terra dei campioni di rocce di Marte”, ha affermato Laurie Leshin, direttrice del Jet Propulsion Laboratory. “Il fatto che siamo a poche settimane dalla distribuzione dei campioni di Perseverance e a pochi anni dal portarli sulla Terra in modo che gli scienziati possano studiarli nei minimi dettagli è davvero fenomenale. Impareremo tanto” ha concluso la ricercatrice.
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Tutto ciò che si sta scoprendo e conoscendo sul suolo di Marte ci fa ritornare indietro nel tempo a quando eravamo bambini chiamando marziani i fantomatici abitanti di questo pianeta che sbarcarono nel pianeta terra con navi aerospaziali. Leggende o storie che parlano di disegni rinvenuti tra gli antichi popoli Egizi, degli Incas e aztechi. A parte tutto ciò si parla dell’odierna ricerca con la scoperta di tracce di chimica organica che implica la presenza di carbonio e perciò di conseguenza idrogeno, ossigeno e azoto. Considerati questi elementi penso che ci sia stata vita simile alla Nostra Era della preistoria.
Una volta i campioni sulla terra darebero problemi, ne varrebbe la pena. Tanto prima o poi?
Fabio credo sia impossibile portare giù dei virus che, in quanto non viventi, hanno bisogno di parassitare organismi vivi per poter sopravvivere e replicare. Aumentano invece relativamente (rispetto a 0) le probabilità di scovare batteri. Ma esiste un rigido protocollo per il trattamento dei campioni, in modo da non creare eventuali problemi.
Speriamo che non portano giù dei virus…😅