Se dovessimo viaggiare istantaneamente, così in alto da poter guardare l’intera Via Lattea, la sua struttura assomiglierebbe ad una girandola. In essa, circa 100 miliardi di stelle sono sparse per circa 100.000 anni luce, insieme a quantità insondabili di gas e polvere. Tutto questo ruota attorno a un disco stellare, diviso in quattro giganteschi bracci a spirale che partono dal centro accecante della galassia, sede di un buco nero supermassiccio.
Tuttavia, gli astronomi si sono a lungo interrogati sul perché le galassie a spirale come la nostra sembrano essere sorprendentemente rare nel nostro universo locale. Il piano supergalattico in cui è incorporata la Via Lattea, largo 1,4 miliardi di anni è invece dominato da galassie grumose, arrotondate, note come ellittiche.
La simulazione computerizzata
Una nuova simulazione al supercomputer dell’evoluzione dell’universo, lunga 13,8 miliardi di anni, suggerisce che questa scarsità è dovuta alle frequenti interazioni naturali tra le galassie. Nel piano super galattico queste interazioni attenuano la formazione di qualsiasi potenziale braccio a spirale, portando alla formazione delle galassie ellittiche.
Le stelle nelle galassie a spirale anomale come la Via Lattea fluttuano attorno ai centri della loro galassia in orbite per lo più circolari. Tuttavia, quando due galassie di massa comparabile sono vicine l’una all’altra, questi movimenti ordinati diventano disordinati. “Le orbite stellari vengono rimescolate o randomizzate”, ha detto Till Sawala, astrofisico dell’Università di Helsinki coautore dello studio (rif.). “Ciò rimuove qualsiasi caratteristica ordinata, come l’aspetto di un disco stellare e quindi rimuove anche l’aspetto dei bracci di spirale”.
Le conseguenze della fusione di grandi galassie sono molteplici. Oltre a rendere random le orbite delle stelle, le interazioni possono talvolta portare anche allo Starburst, un evento in cui nascono molte nuove stelle. Inoltre, i buchi neri supermassicci che risiedono al centro delle galassie più grandi possono diventare attivi durante le fusioni. “Questo generalmente riduce la quantità di nuove stelle che la nuova galassia può far crescere dopo la fusione”.
Il futuro scontro con Andromeda
La stessa Via Lattea è cresciuta nel tempo, inghiottendo galassie più piccole di lei, conosciute come galassie nane. A causa delle loro piccole dimensioni, tuttavia, queste non hanno influenzato la forma della nostra galassia. Tuttavia, la prevista collisione frontale della Via Lattea con la galassia di Andromeda, prevista tra quattro miliardi di anni, potrebbe finalmente influenzare la sua struttura. Andromeda vanta una massa simile, se non superiore, a quella esibita dalla nostra galassia.
“Una galassia ellittica non tornerà mai più ad essere una galassia a disco”, ha detto Sawala. “Poiché le galassie a disco rappresentano uno stato di ordine, mentre le ellittiche rappresentano disordine, non è possibile invertire il processo”. Sawala ha riferito che il suo team sta ora lavorando per rendere più accurate le simulazioni. Il fine è di facilitare i ricercatori nel confronto di ciò che sappiamo dei processi fisici fondamentali con le osservazioni telescopiche dell’universo locale.
“Questo ci consente di migliorare la comprensione di ciò che osserviamo e di scoprire una lacuna o un errore nella nostra conoscenza”, ha detto Sawala. “Nel lavoro che abbiamo appena pubblicato, abbiamo scoperto che la simulazione produceva esattamente con quanto osserviamo” (rif.).
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