Una nuova ricerca condotta in Australia sta riscrivendo le nostre convinzioni sulla tossicità della polvere lunare. Secondo uno studio sperimentale, l’inalazione della polvere raccolta sulla superficie della Luna sarebbe meno dannosa per il corpo umano rispetto all’esposizione quotidiana al particolato atmosferico di una strada trafficata. Una scoperta che potrebbe rivelarsi fondamentale per il futuro delle missioni spaziali e il ritorno degli esseri umani sul nostro satellite naturale. “I risultati contribuiscono alla valutazione della sicurezza per il ritorno degli esseri umani sulla Luna”, ha dichiarato Brian Oliver, Distinguished Professor of Life Sciences presso la University of Technology Sydney.
Dai disturbi respiratori degli astronauti Apollo ai test moderni
Le preoccupazioni relative alla tossicità della polvere lunare non sono nuove. Durante le missioni Apollo, gli astronauti riferirono sintomi respiratori dopo l’esposizione alla regolite lunare. La polvere, carica elettrostaticamente, si attaccava alle tute spaziali. Una volta rientrati nel modulo lunare, la polvere diventava sospesa nell’aria e veniva inalata.
L’astronauta della missione Apollo 17, Harrison Schmitt, descrisse l’esperienza come una sorta di febbre da fieno lunare, con occhi irritati, starnuti e mal di gola. Anche i medici della missione, tornati sulla Terra, riportarono disturbi simili dopo aver maneggiato le tute usate: sintomi che peggioravano dopo ogni missione, suggerendo un possibile effetto cumulativo della tossicità della polvere lunare.
Tuttavia, queste osservazioni restavano aneddotiche, e non fornivano una misura quantitativa del potenziale rischio. Per questo motivo, Michaela Smith, dottoranda presso il Respiratory Research Group della University of Technology Sydney, ha deciso di approfondire scientificamente la questione.
Un esperimento simulato tra Luna e Terra
Smith ha utilizzato due simulanti lunari, ovvero repliche artificiali della vera polvere lunare, una risorsa limitata, progettate per rappresentare rispettivamente le pianure vulcaniche scure e gli altopiani più antichi della Luna. Le particelle impiegate nello studio erano più piccole di 2,5 micron. Una dimensione sufficiente per penetrare nelle vie respiratorie inferiori. Per testare l’effetto di questi materiali sul corpo umano, Smith ha esposto due tipi di cellule polmonari bronchiali e alveolari alla polvere, simulando le diverse regioni del sistema respiratorio.
Successivamente, ha replicato lo stesso protocollo sperimentale usando particolato atmosferico raccolto da una trafficata strada di Sydney. Il confronto tra tossicità della polvere lunare e quella dell’inquinamento urbano ha prodotto risultati sorprendenti. “È importante distinguere tra un irritante fisico e una sostanza altamente tossica”, ha spiegato Smith. “I nostri risultati suggeriscono che, sebbene la polvere lunare possa causare un’irritazione immediata delle vie respiratorie, non sembra comportare rischi di malattie croniche a lungo termine come la silicosi, provocata da materiali come la polvere di silice tipica, ad esempio, nei cantieri edili“.
Un futuro più sicuro per le missioni lunari
Queste scoperte rappresentano una buona notizia per la NASA, che continua a considerare seriamente i potenziali pericoli derivanti dalla tossicità della polvere lunare in vista delle future missioni Artemis. In particolare, per la missione Artemis 3, che segnerà il ritorno dell’umanità sulla superficie lunare dopo oltre cinquant’anni, sono già allo studio strategie per limitare il contatto con la polvere.
Una delle soluzioni previste è quella di installare le tute spaziali all’esterno del modulo lunare, permettendo agli astronauti di entrare e uscire dai propri equipaggiamenti tramite una camera d’equilibrio, senza portare la polvere all’interno dell’abitacolo. Grazie allo studio condotto da Smith, però, il problema della tossicità della polvere lunare potrebbe rivelarsi meno preoccupante di quanto si temeva inizialmente.
I risultati della ricerca (rif.) sono stati pubblicati sulla rivista Life Sciences in Space Research, confermando che la polvere della Luna, sebbene fastidiosa, non è così pericolosa come il particolato che respiriamo ogni giorno nelle nostre città.
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