Il rover cinese, Zhurong ha scoperto che l’acqua su Marte potrebbe essere più diffusa di quanto si pensasse in precedenza. La scoperta è basata sulle osservazioni delle dune di sabbia marziane da parte del rover. I dati raccolti, evidenziano nuove aree potenzialmente fertili nelle regioni più calde di Marte. In queste zone le condizioni potrebbero essere adatte per l’esistenza della vita, anche se sono necessari ulteriori studi ed approfondimenti per poterlo confermare.
Zhurong ancora in telargo
La notizia arriva pochi giorni dopo che i leader della missione hanno riconosciuto che, il rover Zhurong è ancora in letargo dall’inverno marziano scorso. “I suoi pannelli solari sono probabilmente ricoperti di polvere. Questo interrompe la sua fonte di energia principale ed impedisce al rover di funzionare nuovamente”, ha affermato Zhang Rongqiao, capo progettista della missione.
Quando Zhurong era pienamente funzionante, osservò dune ricche di sale con crepe e croste. Queste regioni, secondo i ricercatori, erano mescolate con lo scioglimento del gelo mattutino o della neve fino a poche centinaia di migliaia di anni fa. Le condizioni in quel periodo erano simili a quelle attuali su Marte, con fiumi e laghi prosciugati. Studiare la struttura e la composizione chimica di queste dune, può fornire informazioni sulla attività dell’acqua durante quel periodo, ha scritto il team in uno studio pubblicato su Science Advances (rif.).
“Pensiamo che potrebbe essere ancora presente una piccola quantità d’acqua. Parliamo di uno strato non più grande di una pellicola sulla superficie”, ha detto il coautore Xiaoguang Qin dell’Istituto di geologia e geofisica. Sia ben chiaro, il rover non ha rilevato direttamente acqua sotto forma di brina o ghiaccio. Ma Qin ha affermato che le simulazioni al computer e le osservazioni di altri rover, indicano che oggi, in determinati periodi dell’anno, le condizioni potrebbero essere adatte per la comparsa dell’acqua.
La brina marziana
Piccole sacche d’acqua dovute allo scongelamento del gelo o della neve, mescolate con il sale, probabilmente hanno provocato piccole crepe sulle superfici dure. I ricercatori hanno escluso il vento come causa, così come il gelo generato dall’anidride carbonica, che costituisce la maggior parte dell’atmosfera di Marte. Il gelo marziano è stato osservato sin dalle missioni Viking degli anni ’70 della NASA. Si è sempre pensato che queste leggere spolverate di gelo mattutino si verificassero in determinati luoghi in condizioni specifiche.
Zhurong ha invece fornito “la prova che potrebbe esserci una distribuzione più ampia di questo processo su Marte rispetto a quanto precedentemente identificato”, ha affermato Mary Bourke del Trinity College di Dublino, esperta di geologia di Marte. Per quanto piccola sia la nicchia d’acqua scoperta da Zhurong su Marte, potrebbe essere importante per identificare sul pianeta punti più abitabili.
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