TWA 7b è il primo esopianeta scoperto dal James Webb Space Telescope. Un passo decisivo per l’astronomia del futuro

TWA 7b, l’esopianeta scoperto dal James Webb Space Telescope

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Dopo tre anni impiegati a supportare lo studio degli esopianeti già noti, il James Webb Space Telescope (JWST) ha raggiunto un traguardo straordinario. Il telescopio spaziale ha scoperto il suo primo esopianeta, chiamato TWA 7b. Si tratta di un pianeta extrasolare di particolare rilevanza scientifica. Non solo per essere il primo individuato dal telescopio da 10 miliardi di dollari, ma anche perché è il pianeta con la massa più bassa mai osservato direttamente oltre il nostro Sistema Solare. La sua massa stimata è di circa 100 volte quella terrestre, pari a circa 0,3 masse gioviane. Queste caratteristiche lo rendendolo dieci volte più leggero rispetto a qualsiasi altro esopianeta finora direttamente osservato.

La sua posizione nello spazio

Il nuovo esopianeta TWA 7b è stato individuato all’interno degli anelli di detriti che circondano la stella CE Antilae, conosciuta anche come TWA 7, situata a circa 111 anni luce dalla Terra. Questa stella è estremamente giovane si stima abbia appena qualche milione di anni. Per confronto, il nostro Sole è considerato una stella di mezza età con circa 4,6 miliardi di anni.

CE Antilae, scoperta nel 1999, è da tempo oggetto d’interesse per la comunità astronomica perché viene osservata dalla Terra in asse polare. Significa che il suo disco protoplanetario, la nube di gas e polveri da cui si formano i pianeti, viene visto dall’alto o dal basso, offrendo una visione completa della sua struttura.

Grazie a questa prospettiva privilegiata, gli astronomi hanno potuto osservare bene le strutture nel disco. Alcune zone sembrano essere state modellate dalla gravità di pianeti invisibili o da planetesimi, corpi minori che si fondono per formare pianeti. In particolare, il disco di CE Antilae si suddivide in tre anelli ben distinti. Uno di questi è particolarmente stretto e delimitato da due corsie vuote, quasi prive di materia.

Il ruolo del telescopio spaziale JWST

Proprio durante l’osservazione di questo anello, il JWST ha individuato una fonte di radiazione infrarossa. Il team di scienziati ha associato a questa scoperta un giovane esopianeta. Attraverso sofisticate simulazioni, è stato possibile confermare che la formazione di un anello sottile e di un vuoto nel disco. Tutto ciò corrisponde esattamente alla posizione occupata da TWA 7b, in perfetta coerenza con le osservazioni del telescopio.

Il James Webb Space Telescope si conferma quindi come lo strumento ideale per scoprire pianeti giovani e di massa ridotta come TWA 7b. Grazie alla sua capacità di captare la radiazione infrarossa, può ottenere grandi risultati in questo campo d’indagine. Uno dei principali ostacoli nell’osservazione diretta di esopianeti è il fatto che la luce emessa dalle stelle madri sovrasta quella dei pianeti orbitanti. Per superare questa difficoltà, il JWST è dotato di un coronografo, un dispositivo in grado di bloccare la luce della stella centrale, permettendo così al suo strumento a medio infrarosso (MIRI) di rilevare anche le deboli emissioni degli esopianeti circostanti.

Ciò implica che, sebbene TWA 7b rappresenti il primo esopianeta scoperto direttamente dal JWST e quello con la massa più bassa mai rilevata, è ragionevole ipotizzare che il telescopio scoprirà molti altri pianeti, magari ancora più leggeri, nei prossimi anni. La ricerca (rif.) che ha portato a questa importante scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature, confermando il valore e la potenza del James Webb come strumento di esplorazione cosmica. “È un pianeta giovanissimo, difficile da osservare, eppure JWST ci ha permesso di vederlo”, sottolineano i ricercatori coinvolti nello studio.

Stefano Gallotta

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