Un progetto universitario, selezionato dalla NASA, chiamato MANTIS, farà indagini complementari alle rilevazioni del James Webb

La ricerca di esopianeti da parte del James Webb Space Telescope riceverà un aiuto da un satellite molto più piccolo (cubesat), ottimizzato per osservare l’attività delle stelle chiamato MANTISIl cubesat da 8,5 milioni di dollari, selezionato dalla NASA, si chiama Monitoring Activity from Nearby Stars with UV Imaging and Spectroscopy.

I due veicoli spaziali saranno complementari. Mentre James Webb scruta le atmosfere dei pianeti rocciosi che potrebbero ospitare la vita, MANTIS, esaminerà l’attività stellare come i brillamenti, dopo il suo lancio previsto nel 2026. 

Il cubesat MANTIS

Il saltelliate MANTIS guarderà il cielo attraverso la frequenza della luce ultravioletta. Avrà anche la capacità di spingersi oltre nelle lunghezze d’onda noto come ultravioletto estremo. La teoria sostiene che gli esopianeti rocciosi con acqua sulla loro superficie potrebbero affrontare ulteriori sfide se orbitano attorno a una stella molto attiva. Il limite sono le quantità di radiazioni a cui sarebbero esposti tali pianeti. MANTIS mira a fornire più dati per perfezionare questa teoria, attraverso un anno di osservazioni dall’orbita terrestre.

“Osserveremo stelle di tutti i diversi tipi”, ha detto nella dichiarazione Briana Indahl (rif.), ricercatrice presso l’Università del Colorado Boulder e ricercatrice principale per la missione MANTIS . “Vogliamo capire in che modo la luce UV proveniente dalle stelle influisce sulle atmosfere dei pianeti e persino sulla loro abitabilità”.

MANTIS trasporterà due telescopi nello spazio. Il primo ottimizzato per la radiazione ultravioletta a bassa energia ed un secondo tipo di telescopio che guarderà alla gamma estrema dell’ultravioletto. “Per molte stelle, questa sarà la prima volta che vedremo come appaiono nell’ultravioletto estremo”, ha affermato David Wilson, un ricercatore che guida il team scientifico della missione.

I precursori del satellite

Il progetto MANTIS si sta basando sulla tecnologia di altri due cubesat universitari. Il primo chiamato Colorado Ultraviolet Transit Experiment (CUTE) lanciata nel 2021, e il Supernova Remnants and Proxies for ReIonization Testbed Experiment (SPRITE) che dovrebbe cercare gli avanzi di stelle esplose dopo il lancio del 2024.

Una volta pronto per l’osservazione scientifica, MANTIS mira ad aiutare gli scienziati a capire come l’energia stellare influenza le atmosfere dei pianeti nelle loro orbite, specialmente per quei pianeti che sono simili alle dimensioni della Terra e potrebbero essere abitabili.

Stefano Gallotta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *