Siamo Soli nell’Universo? Quante volte ci siamo posti questa fatidica domanda nella vita, magari sotto un cielo stracolmo di stelle ? La comunità scientifica, prova a dare una risposta da quando abbiamo compreso quanto sia vasto l’Universo. Un satellite di Giove, Europa, potrebbe rispondere alla fatidica domanda sulla vita lontana dalla Terra. In realtà, la domanda iniziale si è evoluta nel tempo in un forma più complessa: ci sono altre forme di vita al di fuori della Terra ?
La differenza se pur sottile è abissale. Per forme di vita non intendiamo le civiltà aliene, astronavi e navi madri dei film SciFi. Siamo invece concentrati, sulla ricerca di vere e proprie forme di vita microbiche. La presenza o i segni di una loro remota esistenza, possono insegnarci molto su come si possa essere sviluppata la vita su pianeti che non siano il nostro.
Tutti gli occhi su Europa
Nel corso degli ultimi anni, numerosi pianeti sono finiti sotto i riflettori degli astrobiologi, sempre a caccia di prove di vita presente e passata. Nel nostro Sistema Solare oltre a Marte, che ha rubato le scene, stiamo focalizzando l’attenzione su due lune in particolare. La prima, Encelado è un piccolo satellite del pianeta Saturno. Superfice ghiacciata, un oceano liquido sottostante e costante attività eruttiva. La seconda, Europa è un satellite galileiano (in onore di Galilei che lo scoprì nel 1610) di Giove, più grande ma altrettanto interessante.
Quest’ultimo è il protagonista di una recente ricerca pubblicata su Nature Astronomy. Anche Europa, come Encelado, possiede una superficie ghiacciata. Ma in mancanza di un atmosfera è vittima di un bombardamento da parte di piccoli asteroidi, attirati dalla gravità di Giove, da milioni di anni. La superficie appare quindi disseminata di crateri dalla grandezza media di 30cm. Questo fenomeno è chiamato Impact Gardening.
Perché ha rilevanza scientifica l’Impact Gardening? La vita sui pianeti senza atmosfera è minacciata dalla esposizione alla radiazione solare. Su questi satelliti può essere presente solo al di sotto della superfice ghiacciata, al riparo da queste radiazioni. I continui impatti, generano delle fratture nel ghiaccio superficiale che danno luogo a due fenomeni interessanti.
Da un lato, l’acqua sottostante può risalire in superficie, portando con se eventuali forme di vita che sarebbero però distrutte dalle radiazioni. Nel contempo, parte della crosta precipita verso il basso, alterando la composizione chimica degli oceani sottostanti, con possibili effetti sulla vita presente. “Se speriamo di trovare biofirme (vita) incontaminate sul satellite di Giove Europa. Dovremo guardare al di sotto delle zone d’impatto” afferma l’autrice Emily Costello.
Nuove possibilità per le future missioni
E’ la prima volta che gli scienziati approcciano lo studio delle superfici di un pianeta tenendo in considerazione questi fenomeni. “Questo lavoro amplia la nostra comprensione dei processi fondamentali sulle superfice dei pianeti del sistema solare. Se vogliamo capire le caratteristiche fisiche e come si evolvono, dobbiamo capire il ruolo che questi innumerevoli impatti hanno nel rimodellarli” aggiunge la coautrice Cynthia Phillips del JPL.
Questo interessante lavoro ha anche un risvolto pratico. Il satellite Europa sarà l’obiettivo della futura Missione Europa Clipper della NASA. Questa ricerca, potrebbe essere utile per affinare la progettazione della missione, fornendo utili indicazioni per la strumentazione da impiegare. “Questo studio fornisce un quadro generale per le indagini future che utilizzano immagini ad alta risoluzione Ci aiuterebbe a generare stime più precise sulla profondità dei crateri d’impatto nelle varie regioni specifiche” conferma la coautrice del Planetary Science Institute Rebecca Ghent. Un altro passo che ci avvicina a dare una risposta alla domanda iniziale: ci sono altre forme di vita al di fuori della Terra?
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