L'esplorazione di Venere avanza con missioni innovative e nuove tecnologie per svelarne i suoi misteri, dall'atmosfera alla superficie

Esplorazione di Venere, nuove tecnologie per svelarne i segreti

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Nonostante le condizioni estreme, Venere rappresenta una meta irresistibile per la comunità scientifica. Comprendere la sua evoluzione, la sua storia geologica e il suo stato attuale potrebbe offrire preziosi indizi anche su altri pianeti simili alla Terra. Al centro di questo ambizioso progetto di esplorazione di Venere si trova il Venus Exploration Analysis Group (VExAG), un forum scientifico che guida la NASA nella definizione di strategie per indagare il pianeta in modo sempre più avanzato.

Alla fine dello scorso anno, VExAG ha organizzato un incontro dedicato alla pianificazione delle missioni future, mettendo in evidenza nuove tecnologie per esplorare Venere nei prossimi decenni. Tra queste spiccano piattaforme aeree, sonde atmosferiche e lander di lunga durata. Un elemento chiave di questa strategia è coinvolgere la comunità scientifica internazionale per dimostrare quanto Venere sia un obiettivo di studio straordinario e imprescindibile.

Nuove tecnologie per lo studio di Venere

Noam Izenberg, scienziato planetario presso il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory e presidente del VExAG, sottolinea l’importanza di sviluppare nuove tecnologie per permettere indagini in situ più approfondite su Venere e su ambienti simili in altri corpi celesti. “Nonostante le sfide attuali, è un momento estremamente entusiasmante per la scienza venusiana”, ha dichiarato Izenberg.

In effetti, diverse missioni sono già in programma. Tra queste, il satellite VERITAS della NASA (Venus Emissivity, Radio science, InSAR, Topography, And Spectroscopy), progettato per mappare la superficie di Venere con una precisione senza precedenti. La missione DAVINCI (Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble gases, Chemistry, and Imaging) prevede invece il lancio di una sonda di discesa capace di attraversare l’atmosfera venusiana fino a raggiungere la superficie. Parallelamente, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) guiderà la missione EnVision, che studierà il pianeta dalla sua struttura interna fino agli strati più alti dell’atmosfera, grazie al radar VenSAR fornito dalla NASA.

Secondo Izenberg, la necessità di comprendere meglio Venere è già riconosciuta a livello internazionale. Non solo per approfondire la conoscenza del nostro pianeta gemello, ma anche per contestualizzare lo studio di esopianeti con caratteristiche simili alla Terra e a Venere. “Per analizzare gli esopianeti simili alla Terra e a Venere, dobbiamo prima comprendere a fondo il nostro sistema planetario, poiché questi sono gli unici pianeti che possiamo effettivamente esplorare direttamente”, ha spiegato.

Svelare i misteri di Venere

James Garvin, responsabile della missione DAVINCI e scienziato capo presso il Goddard Space Flight Center della NASA, sottolinea la necessità di strumenti di osservazione avanzati per affrontare le domande scientifiche più complesse. “Per demistificare Venere, abbiamo bisogno di tecnologie che consentano osservazioni basate su una conoscenza sempre più approfondita”, ha affermato Garvin.

Le missioni previste non solo miglioreranno la comprensione dell’atmosfera e della superficie di Venere, ma forniranno dati cruciali sulla sua chimica, sul destino dell’acqua e sulla dinamica del pianeta. Secondo Garvin, queste informazioni aiuteranno anche a valutare se Venere sia stato un ambiente abitabile in passato e per quanto tempo.

Paul Byrne, scienziato planetario presso la Washington University e leader del gruppo di studio strategico del VExAG, evidenzia che la prossima fase dell’esplorazione di Venere dovrà necessariamente prevedere missioni in situ. “Dobbiamo esplorare l’atmosfera con veicoli aerei e la superficie con lander e, un giorno, rover”, ha dichiarato. Secondo Byrne, l’esplorazione atmosferica con palloni aerostatici è già possibile con la tecnologia attuale. “Se la NASA lanciasse oggi una competizione, potremmo proporre una missione con un pallone a quota variabile per studiare l’atmosfera venusiana”, ha spiegato.

Il futuro dell’esplorazione venusiana

Anche l’idea di un lander capace di resistere per diverse ore sulla superficie infernale di Venere è ormai realistica. Grazie ai progressi tecnologici, Byrne ritiene che un lander moderno potrebbe operare per almeno otto ore, un notevole miglioramento rispetto alle missioni sovietiche Venera, che durarono meno di due ore. Gli scienziati stanno valutando piattaforme aeree più avanzate, come palloni progettati per durare un anno o più, capaci di trasportare droni o di esplorare zone sotto lo strato nuvoloso, dove le temperature superano i 100°C. Byrne ipotizza anche l’impiego di aeromobili a decollo verticale o a rotore, in grado di operare come droni.

Ma cosa serve per scendere sotto le nubi di Venere fino alla superficie? Secondo Byrne, per sviluppare velivoli e lander operativi a tali altitudini sono necessarie elettroniche resistenti alle alte temperature. “Alcuni progressi sono stati già fatti, e le prospettive sono promettenti, se si riuscirà ad ottenere maggiori finanziamenti”, ha affermato. L’obiettivo finale dell’esplorazione di Venere è combinare missioni atmosferiche e terrestri per ottenere una comprensione completa del pianeta. “Già oggi disponiamo della tecnologia necessaria per il prossimo passo: piattaforme aeree di lunga durata, lander resistenti e, in futuro, rover capaci di esplorare la superficie per lunghi periodi”, ha concluso Byrne.

Tuttavia, per trasformare queste idee in realtà, serve un impegno finanziario significativo. “Tutto ciò richiede investimenti molto più consistenti di quelli stanziati finora”, ha sottolineato Byrne. Solo con il giusto supporto economico, l’esplorazione di Venere potrà davvero raggiungere il suo massimo potenziale e svelare i segreti di questo affascinante mondo infernale.

Stefano Gallotta

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