Gli scienziati del team del professore Yasuhiro Oba dell’Università di Hokkaido, hanno rilevato basi azotate di DNA e RNA su campioni di meteoriti. L’articolo pubblicato qualche giorno fa (rif.) sulla prestigiosa rivista Nature dimostra che i meteoriti potrebbero aver contribuito allo sviluppo delle molecole organiche sulla Terra primordiale. Queste sono ulteriori prove del fatto che le reazioni chimiche negli asteroidi possono creare alcuni degli ingredienti fondamentali per lo sviluppo della vita. Questi “mattoncini” potrebbero essere stati trasportati sull’antica Terra dagli impatti di meteoriti.
Il DNA dei meteoriti
Gli acidi nucleici (DNA, RNA) sono le strutture che posseggono le istruzioni per costruire le proteine che svolgono tutte le funzioni di ogni essere vivente. Queste molecole grandi e strutturalmente complesse sono costituite dall’unione di cinque componenti informative, chiamate basi azotate. Adenina e Guanina, sono nucleotidi purinici mentre Timina, Citosina ed Uracile sono nucleotidi pirimidinici. Finora, gli scienziati che studiavano i campioni extraterrestri, avevano trovato solo i purinici. Il team dell’Università di Hokkaido ha identificato le ultime due basi azotate che sono sfuggite sino ad oggi agli scienziati.
“Ora abbiamo prove che la serie completa di basi azotate utilizzate dagli esseri viventi, sarebbero potute essere disponibile sulla Terra quando la vita è emersa”, ha affermato Danny Glavin, coautore dell’articolo presso il Goddard Space Flight Center della NASA, nel Maryland.
Le basi pirimidiniche, citosina e timina, scoperte sono sfuggite per anni in precedenti analisi, probabilmente a causa della loro struttura più delicata. E’ molto probabile che possano essersi sempre degradate in fase di estrazione dai campioni. Le prime tecniche prevedevano la ricreavano una specie di “brodo di meteorite”, utilizzando povere di meteoriti in un bagno caldo. L’analisi dei soluti portava alla scoperta di elementi organici nella soluzione. “Studiamo questi estratti d’acqua poiché contengono le c antiche molecole organiche che potrebbero essere i mattoni chiave per l’origine della vita sulla Terra”, ha detto Glavin.
Il nuovo approccio d’estrazione dai campioni
Ma come ha fatto il team di Hokkaido a rilevare le sensibili tracce di DNA nei meteoriti ? In primo luogo, hanno utilizzato una metodica di estrazione con soluzione fredda al posto dell’acido formico caldo. In secondo luogo, sono state impiegate analisi più sensibili in grado di rilevare quantità minori di queste molecole. Nello specifico cromatrografia HPLC e spettrometria di massa con elettro-nebulizzazione. “Questo gruppo ha gestito una tecnica che è più simile all’infuso freddo che al tè caldo ed è in grado di estrarre composti più delicati”, ha affermato Jason Dworkin, “Sono rimasto stupito dal fatto che avessero visto la citosina, che è molto fragile” ha aggiunto.
Ovviamente la scoperta non fornisce la prova definitiva che la vita sulla Terra abbia ricevuto un aiuto dallo spazio o sia nata esclusivamente nella zuppa prebiotica nelle prime fasi del pianeta. Ma completare a scoperta delle basi azotate insieme ad altre molecole organiche essenziali o precursori, trovate nei campioni di meteoriti, offre agli scienziati, una visione più ampia sull’origine della vita terrestre.
“Questa scoperta aggiunge sempre più pezzi al puzzle. Abbiamo prima scoperto che i meteoriti contenevano zuccheri, oggi basi azotate”, ha detto Dworkin. Questa analisi fornisce anche un “proof of concept” per affinare le metodiche di analisi delle informazioni contenute negli asteroidi in futuro. Si aspettano con ansia i campioni della meteora Bennu che si stanno dirigendo verso Terra nel prossimo anno tramite la missione OSIRIS-REx della NASA.
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