La NASA tra problemi di bilancio, strutture obsolete e scelte difficili

AstroEconomy

Secondo un incisivo rapporto delle Accademie nazionali di scienze, ingegneria e medicina degli Stati Uniti, i prossimi anni saranno probabilmente decisivi per l’agenzia spaziale americana. Il rapporto (rif.), pubblicato il mese scorso, mette in risalto i problemi di bilancio, delle infrastrutture e della tecnologia che la NASA dovrà affrontare nei prossimi decenni.

“La conclusione di tutto questo, è che per la NASA questo non è il momento di continuare come se niente fosse”, ha affermato Norm Augustine, presidente del comitato ed ex CEO di Lockheed Martin, durante un webinar del 10 settembre in cui sono stati illustrati nel dettaglio i risultati del rapporto. “Le preoccupazioni che deve affrontare sono quelle che si sono accumulate nel corso di decenni”, ha detto Augustine. “La NASA è davvero, secondo noi, a un bivio”

Riequilibrare le sue priorità 

Il rapporto individua come problemi principali della NASA l’obsolescenza delle infrastrutture, le pressioni per dare priorità agli obiettivi a breve termine, i problemi di bilancio, le pratiche di gestione inefficienti e la dipendenza non strategica dai partner commerciali. Il rapporto sostiene inoltre che l’agenzia dovrebbe riequilibrare le sue priorità e aumentare gli investimenti nelle sue strutture, nella forza lavoro esperta e nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia.

In effetti, l’ambiente in cui opera oggi la NASA è complicato da diversi fattori, tra cui la crescente concorrenza nello spazio da parte della Cina, i rapidi progressi nella tecnologia e la necessità di competere per i talenti con il settore spaziale commerciale. 

Inoltre la NASA deve fare i conti con un bilancio discrezionale federale in calo da decenni e un bilancio delle agenzie invariato in termini di potere d’acquisto. Il successo continuo della NASA è a rischio, sottolinea il rapporto, a causa della discrepanza tra budget e programmi, della focalizzazione a breve termine e dell’invecchiamento delle infrastrutture. 

Tutto si riduce ai soldi 

La storia dei problemi infrastrutturali della NASA è fin troppo nota, ha affermato Marcia Smith direttrice di SpacePolicyOnline.com. “Quello che ho trovato di nuovo è stato il rapporto che dice che alla NASA il problema è così acuto che per risolverlo dovrà rinunciare a nuove missioni. La NASA è ben consapevole della sua infrastruttura obsoleta. Tutto si riduce a una questione di soldi”.

La continua ricerca di finanziamenti da parte dell’agenzia spaziale è una situazione che non fa che peggiorare, ha affermato Smith. L’anno scorso, il Congresso ha iniziato improvvisamente a tagliare il bilancio della NASA. Una riduzione del 2% in meno nell’anno fiscale 2024 rispetto all’anno fiscale 2023, non considerando gli effetti dell’inflazione dopo anni di crescita.

“L’agenzia sta pensando di annullare le missioni, figuriamoci di iniziarne di nuove. Non so cosa possano fare per le infrastrutture in questo clima di bilancio”. I limiti di bilancio stabiliti dal Fiscal Responsibility Act lo scorso anno sono validi solo per l’anno fiscale 2024 e l’anno fiscale 2025. Quale partito vincerà la Camera, il Senato e la Casa Bianca a novembre, avrà un effetto importante sulla possibilità che tali limiti saranno rimossi. “Se così fosse, sarà interessante vedere se la NASA darà ascolto al consiglio di Augustine e riparerà l’infrastruttura invece di avviare altre missioni. Sembra essere una scelta o l’una o l’altra”, ha detto Smith.

Che tipo di NASA ci vuole? 

Il rapporto descrive in modo accurato i numerosi problemi di bilancio che la NASA deve affrontare come istituzione. Scott Pace, professore degli Affari Internazionali ex segretario esecutivo del National Space Council dal 2017 al 2020, ha dichiarato che il rapporto accetta come un dato di fatto che l’agenzia, così come è esistita, potrebbe continuare ad operare, anche se con qualche riparazione.

“Ci vuole una prospettiva guidata dall’istituzione, piuttosto che guidata dalla missione, quando ci si chiede cosa gli Stati Uniti vogliano dalla NASA”, ha detto Pace. “Alla luce delle mutevoli capacità del settore privato, quali capacità interne richiede la NASA per svolgere le sue missioni ? Il rapporto suggerisce una serie di risposte, ma non è chiaro se l’Amministrazione o il Congresso saranno d’accordo”, ha affermato Pace.

Nel complesso, il rapporto raccomanda una medicina dura ma necessaria, suggerisce John Logsdon, professore emerito presso lo Space Policy Institute. “Ciò che mi colpisce è l’assenza nel rapporto di una raccomandazione di aumentare i finanziamenti della NASA per evitare di cercare di fare troppo con troppo poco”.

Logsdon, stesso ritiene che è improbabile che il bilancio dell’agenzia aumenti in modo significativo nei prossimi anni. “Ciò implica scelte difficili rispetto a quali missioni potenziali non intraprendere. Oltre a ciò, il comitato raccomanda una ridefinizione delle priorità tra l’esecuzione di missioni spaziali e la cura della salute istituzionale. Ciò è antitetico alla cultura della NASA, che valorizza il successo della missione”, ha concluso Logsdon.

La risposta della NASA

Per quanto riguarda la replica della NASA sul rapporto, questa deve ancora arrivare.  Il rapporto è stato richiesto dal Congresso nell’ambito del Creating Helpful Incentives to Produce Semiconductors and Science Act del 2022 (CHIPS).  Lo studio è stato condotto dal Comitato delle Accademie sulla forza lavoro, le infrastrutture e la tecnologia critiche per la missione della NASA e sponsorizzato dalla NASA.

“La direttiva del Congresso ha dato all’agenzia 180 giorni per rispondere con un piano”, ha affermato Colleen Hartman, direttore generale senior di aeronautica, astronomia, fisica e scienze spaziali per la National Academy of Sciences, Engineering and Medicine. 

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