Il 5 Agosto, quando in Italia l’orologio segnava le 1:08, un Falcon 9 di SpaceX, portava in orbita un satellite in viaggio verso la Luna. Danuri il suo nome, chiamato anche KPLO (Korean Pathfinder Lunar Orbiter) rappresenta la prima missione lunare della storia della Corea Del Sud verso la Luna. Questa è la seconda missione del 2022 diretta verso il nostro satellite naturale, dopo la sonda CAPSTONE della NASA, partita il 28 giugno.
Danuri è solo la seconda di molte missioni lunari in attesa per i prossimi mesi e anni. La NASA ha già annunciato che il decollo dell’SLS per la missione Artemis 1, programmato per il 29 agosto, è in perfetto orario con la tabella di marcia prestabilita. Se avrà successo, la Corea del Sud diventerà il settimo esploratore lunare del mondo, dopo l’ex Unione Sovietica, gli Stati Uniti, la Cina, l’India, l’Unione Europea e il Giappone.
Gli ingegneri coreani ha iniziato a sviluppare la missione KPLO nel 2016, pianificando un lancio nel 2020. I funzionari hanno però ritardato la missione poiché il veicolo spaziale era in “sovrappeso” rispetto al peso previsto e gli ingegneri hanno avuto bisogno di più tempo per rivedere il design e altri dettagli. Questo progetto è costato 236,7 miliardi di won (182 milioni di dollari).
Il viaggio di KPLO verso la Luna
Il Falcon 9 ha impiegato 40 minuti per portare in orbita il satellite, dal peso di 678 kg. Il secondo stadio lo ha rilasciato a 710 km di altezza, con una velocità superiore a 36.000 km/h. Questo è appena il primo passo di un lungo viaggio che durerà quattro mesi e mezzo. KPLO, infatti descriverà una traiettoria molto particolare per raggiungere il nostro satellite naturale, studiata per risparmiare fino al 25% del carburante della sonda. Questa traiettoria prende il nome di Balistic Lunar Transfer (BLT) e sfrutta l’interazione gravitazionale del sistema formato da Terra, Sole e Luna.
KPLO arriverà fino al punto di Lagrange L1, che si trova a 1,5 milioni di km di distanza dalla Terra. Qui l’attrazione gravitazione del nostro pianeta e della Luna, porteranno il satellite a invertire la propria rotta. La navicella spaziale coreana, se tutto andrà come previsto, sarà in orbita lunare il 16 dicembre, secondo KARI. Una serie di manovre, con i propulsori del veicolo spaziale, lo guideranno in un’orbita circolare a bassa quota a circa 100 chilometri dalla superficie lunare entro il 31 dicembre. Dopo un breve periodo di messa in servizio e test, la missione del veicolo spaziale dovrebbe iniziare nel Gennaio 2023.
Strumenti scientifici a bordo
A bordo di KPLO sono presenti diversi strumenti scientifici. Cinque sono stati sviluppati dall’agenzia spaziale coreana (KARI) e uno dalla NASA: la ShadowCam. La telecamera ottica ipersensibile servirà per analizzare i depositi di ghiaccio nelle regioni in ombra. Progettata per essere centinaia di volte più sensibile alla luce di qualsiasi fotocamera precedente andata sulla Luna, acquisirà una grande quantità di dati, necessari alla NASA per le future spedizioni Artemis.
Un altro interessante “giocattolo” è un dimostratore per costruire una “rete internet spaziale” sviluppato dall’Istituto di ricerca per l’elettronica e le telecomunicazioni della Corea del Sud. Questo strumento convaliderà una connessione Internet interplanetaria utilizzando una rete resistente alle interruzioni ed al ritardo radio. Il test di Internet spaziale sarà condotto dal Disruption Tolerant Network Experiment Payload (DTNPL) e consiste nell’inviare un file sulla Terra del video musicale della canzone “Dynamite” della pop star coreana BTS.
KPLO è dotato inoltre di altri importanti strumenti. Uno spettrometro di raggi gamma sviluppato dalla Corea del Sud chiamato KGRS che cercherà eventuali lampi di raggi gamma spontanei prodotti dalle stelle morenti. Un magnetometro chiamato KMAG traccerà il campo magnetico tra la Terra e la Luna. Una fotocamera ad alta risoluzione LUTI, scatterà immagini ad alta risoluzione della superficie lunare, che saranno utilizzate per la futura missione di allunaggio della Corea del Sud prevista per l’inizio degli anni ’30. L’orbiter è inoltre dotato di PolCam, una fotocamera polarimetrica grandangolare che studierà le proprietà di massa del materiale della superficie lunare.
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