Il Flight 9 di Starship segna un'importante tappa per SpaceX, riutilizzo storico, nuovi dati e sfide tecniche in vista delle missioni reali

SpaceX Flight 9 di Starship, tra successi parziali e nuove sfide

AstropillsAstropills sullo Spazio

Il 27 maggio, SpaceX ha lanciato per la nona volta il suo colossale razzo Starship, il volo di prova Flight 9, ricco di novità tecniche e significative lezioni. Questa missione, partita dal sito Starbase in Texas, ha rappresentato un’importante pietra miliare per la compagnia fondata da Elon Musk. Per la prima volta, infatti, sono stati riutilizzati componenti chiave del razzo.

Il volo e la separazione dei due stadi

Come da programma, i due stadi del razzo si sono separati correttamente. Il secondo stadio, la navetta Starship vera e propria (alta 52 metri), è riuscito a raggiungere lo spazio, un netto miglioramento rispetto agli ultimi due voli. Tuttavia, entrambi gli stadi sono andati perduti prima di completare gli obiettivi finali della missione. “Starship è arrivata al previsto spegnimento dei motori, quindi un grande miglioramento rispetto al volo precedente!” ha scritto Elon Musk sui social dopo il volo. “Perdite hanno causato la perdita di pressione nel serbatoio principale durante la fase di volo e di rientro. Tanti buoni dati da analizzare”.

Starship è il veicolo più grande e potente mai costruito, pensato per trasportare l’umanità su Luna e Marte e svolgere molte altre missioni. È composto da due stadi. Il primo è il Super Heavy booster, e il secondo è la navetta Starship (chiamata anche semplicemente Ship). Entrambi sono progettati per essere completamente e rapidamente riutilizzabili e montano i nuovi motori Raptor, 33 per Super Heavy e 6 per Ship.

Durante la diretta del volo, Dan Huot, del team comunicazione di SpaceX, ha ricordato: “Stiamo cercando di fare qualcosa di incredibilmente difficile.» Ha poi aggiunto: “Non ci arriveremo in linea retta. Abbiamo sempre detto che ci saranno ostacoli, ci saranno deviazioni. Ma vedere quella navetta nello spazio oggi è stato un momento incredibile per noi, quindi congratulazioni a ogni singola persona che ha messo tempo, impegno, sudore in quel razzo”.

Nuove tecnologie e test sperimentali

Le ultime due missioni (Flight 7 e Flight 8) avevano visto prestazioni impeccabili del Super Heavy, che era stato recuperato con successo dalle bacchette della torre di lancio, mentre la Ship era esplosa meno di dieci minuti dopo il decollo in entrambe le occasioni, causando la dispersione di detriti nei Caraibi. SpaceX ha identificato cause differenti per le due esplosioni. Nel Flight 7 si è trattato di una risposta armonica che ha provocato perdite di propellente. Nel Flight 8, invece, un guasto in un motore Raptor.

Per ridurre il rischio di ricadute simili, SpaceX ha modificato l’hardware e nel volo di prova Flight 9 ha messo alla prova queste modifiche sulla Starship e ha portato innovazioni senza precedenti. È stato il primo lancio con il riutilizzo del booster Super Heavy, già impiegato nel Flight 7 di gennaio. Di 33 motori, 29 erano già stati usati in volo.

Le lezioni apprese dalla prima fase di ristrutturazione del booster e dalla sua performance nel volo consentiranno tempi di riutilizzo più rapidi per i voli futuri, avvicinandoci a veicoli che non richiedano alcuna manutenzione manuale tra i lanci” ha dichiarato SpaceX in un comunicato prima del lancio. Il Super Heavy ha anche eseguito esperimenti aerodinamici, cambiando l’angolo di rientro atmosferico per aumentare la resistenza e ridurre la velocità di discesa.

“Aumentare la resistenza aerodinamica del veicolo con un angolo di attacco maggiore può ridurre la velocità di discesa, e quindi richiedere meno propellente per la manovra finale di atterraggio” ha spiegato SpaceX. Per via di queste complessità, SpaceX ha deciso di non tentare il recupero con le bacchette, optando invece per un hard splashdown nel Golfo del Messico. Tuttavia, il booster si è disintegrato circa 6 minuti e 20 secondi dopo il decollo, durante la manovra di atterraggio.

La filosofia di SpaceX

La Ship è riuscita a raggiungere una traiettoria suborbitale sull’Atlantico, lo stesso tracciato seguito nei voli 7 e 8. Era prevista una simulazione di rilascio di 8 satelliti Starlink dopo 18,5 minuti di volo, ma il portellone non si è aperto completamente, quindi l’operazione è stata annullata. Dopo circa 30 minuti, la navetta ha cominciato a ruotare in modo incontrollato.

Molti di quei serbatoi vengono usati per il controllo dell’assetto” ha spiegato Huot. “E a questo punto, abbiamo essenzialmente perso il controllo dell’assetto di Starship”. SpaceX ha quindi annullato il test di riaccensione di uno dei motori Raptor, previsto per 38 minuti dopo il decollo, e ha previsto la disintegrazione del veicolo durante il rientro sull’Oceano Indiano. La Ship era stata inoltre modificata per testare diverse soluzioni di scudo termico, tra cui alcune piastrelle con sistema di raffreddamento attivo, e alcune sezioni prive di protezione, per studiare i punti deboli. Parte di questi dati sono andati perduti.

Nonostante tutto, SpaceX guarda già ai prossimi voli di prova dopo il Flight 9 della Starship. “Questo è esattamente il modo di fare SpaceX” ha dichiarato Jessie Anderson, responsabile della produzione. “Impariamo, iteriamo e riteriamo ancora, fino a quando non ce la faremo”. Con tre nuovi lanci all’orizzonte e una mole crescente di dati, SpaceX continua a perseguire la sua visione, portare l’umanità oltre i confini della Terra, accettando ogni fallimento come un passo necessario verso il successo.

Sofia Bianchi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *