Il telescopio James Webb Space Telescope della NASA/ESA/CSA ha completato con successo i suoi ultimi test ed iu viaggio verso il sito di lancio presso lo spazioporto europeo nella Guyana francese. I test sono avvenuti presso le strutture di Northrop Grumman in California, negli Stati Uniti, per garantire che il complesso telescopio spaziale funzioni come progettato. Le operazioni di spedizione sono iniziate, compresi tutti i passaggi necessari per preparare James Webb a un viaggio sicuro attraverso il Canale di Panama fino alla sua posizione di lancio nella Guyana francese, sulla costa nord-orientale del Sud America.
Una volta che James Webb sarà arrivato allo spazioporto europeo, i team di elaborazione del lancio prepareranno e configureranno il telescopio per il volo. Ciò comporta i controlli post-spedizione e il caricamento accurato di carburante nei serbatoi di propellente della navicella. Nel contempo il team di ingegneri, invece, lo abbinerà al suo veicolo di lancio, un razzo Ariane 5 fornito dall’ Agenzia Spaziale Europea (ESA). Fatta una “prova generale“, sulla piattaforma di lancio, la partenza della missione sarà imminente.
James Webb in viaggio per lo spazioporto della Guyana
Lo stadio superiore del razzo Ariane 5 che lancerà il James Webb Space Telescope è già in viaggio verso lo spazioporto europeo. Nella notte del 17 agosto 2021, è stato trasportato nel suo container da ArianeGroup a Brema al porto di Neustadt in Germania. Salito a bordo della nave MN Toucan insieme ad altri elementi Ariane 5, caricati in vari porti europei proseguirà, verso Kourou, nella Guyana francese.
Dopo le ultime revisioni il James Webb Space Telescope è pronto. Una straordinaria impresa dell’ingegno umano. Una missione con il contributo di migliaia di scienziati, ingegneri e altri professionisti provenienti da più di 14 paesi e 29 stati. In collaborazione con i partner, l’ESA è stata responsabile dello sviluppo e della qualificazione degli adattamenti di Ariane 5 per la missione James Webb e dell’approvvigionamento del servizio di lancio. Oltre a ciò, l’ESA sta contribuendo con lo strumento NIRSpec e una quota del 50% dello strumento MIRI, oltre al personale per supportare le operazioni di missione.
“Siamo lieti del completamento di tutti i test per Webb e ringraziamo tutti i team per il loro eccellente lavoro. Siamo davvero entusiasti del fatto che tutti gli elementi necessari per il lancio siano ora riuniti allo spazioporto europeo“, ha affermato Günther Hasinger, direttore dell’ESA.
Le fasi post lancio di James Webb
Dopo il lancio, James Webb sarà sottoposto a un periodo di messa in servizio di sei mesi ricchi di azione. Subito dopo la separazione dal razzo, la rete di stazioni di tracciamento dell’ESA, ESTRACK, seguirà le operazioni per la messa in orbita utilizzando la sua stazione di terra di Malindi in collaborazione con la rete di stazioni della NASA.
James Webb impiegherà un mese per volare nella posizione orbitale prevista nello spazio a quasi un milione di miglia di distanza dalla Terra, aprendosi lentamente mentre procede. L’implementazione dello scudo solare (Sunshield) inizieranno pochi giorni dopo il lancio e ogni fase può essere controllata abilmente da terra. Una volta che lo schermo solare inizia a dispiegarsi, il telescopio e gli strumenti entreranno in ombra e inizieranno a raffreddarsi.
Nelle settimane successive, il team della missione monitorerà da vicino il “cooldown” del telescopio, gestendolo circuiti di raffreddamento tenendo sotto controllo le sollecitazioni a strumenti e strutture. Nel frattempo, sia il treppiede dello specchio secondario, che lo specchio primario, si apriranno. Dopo queste fasi, James Webb sarà indirizzato nell’orbita prescritta.
Una volta che il telescopio entrerà nella sua gelida temperatura di esercizio, ci vorranno diverse settimane per allineare le ottiche e calibrare gli strumenti a bordo. Le operazioni scientifiche invece, dovrebbero iniziare circa sei mesi dopo il lancio. James Webb è costruito sull’eredità e sugli errori delle missioni precedenti. Come il telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA, fornirà le basi su cui un giorno potranno essere sviluppati futuri grandi osservatori spaziali astronomici. Progettato per rispondere a domande in sospeso sull’Universo e per fare scoperte rivoluzionarie in tutti i campi dell’astronomia, attendiamo le prime immagini che ci fornirà nel 2022.
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