Due su due per Starship nel volo flight 11. Il 13 ottobre, SpaceX ha portato a termine con successo un nuovo test suborbitale del suo gigantesco veicolo. Il volo, avvenuto dalla base Starbase in Texas, rappresenta l’undicesimo test complessivo del programma e l’ultimo della versione attuale del veicolo, prima dell’arrivo della nuova iterazione, ancora più imponente.
Starship è il fulcro del progetto di Elon Musk per la colonizzazione di Marte. Fin dalla fondazione di SpaceX nel 2002, Musk ha dichiarato che l’obiettivo principale è “aiutare l’umanità a stabilirsi su Marte”, concretizzando un sogno che spinge i confini della tecnologia e della visione spaziale.
Ma Marte non è l’unico traguardo: anche la Luna è nel mirino. La NASA ha selezionato Starship come primo lander con equipaggio del programma Artemis, che riporterà gli astronauti sulla superficie lunare per la prima volta dai tempi dell’Apollo. L’obiettivo è far atterrare l’equipaggio vicino al polo sud lunare con la missione Artemis 3, prevista per il 2027. Elon Musk ha seguito in persona il lancio di Starship Flight 11, ma questa volta non dalla sala di controllo. Durante un breve intervento nella diretta di SpaceX, ha dichiarato: “È davvero la prima volta che guardo il razzo da fuori. Sarà un’esperienza molto più viscerale”.
Potenza e riutilizzo: il segreto di Starship
L’enorme razzo Starship è concepito per trasportare carichi utili fino a 165 tonnellate nello spazio, e ciò che lo distingue è la riutilizzabilità completa delle sue due sezioni. Il booster Super Heavy e lo stadio superiore, chiamato Ship. Entrambi sono progettati per tornare rapidamente sulla rampa di lancio e essere riutilizzati, grazie a un sistema di recupero meccanico con bracci denominati “chopsticks”.
Secondo Musk, questa strategia permetterà lanci multipli nello stesso giorno, riducendo drasticamente i costi di accesso allo spazio. Il test di oggi è avvenuto esattamente a un anno di distanza dal primo recupero riuscito di un Super Heavy, durante il volo Flight 5. La versione attuale, Starship V2, è alta circa 123 metri, ma la futura V3 raggiungerà i 124,4 metri, e una Future Starship, annunciata da Musk nel maggio 2025, arriverà fino a 142 metri di altezza. Come ha spiegato Musk, la futura Versione 4 (V4) debutterà nel 2027 con 42 motori Raptor, tre in più rispetto alle versioni precedenti, portando il totale a nove motori nello stadio superiore.

Nonostante la complessità tecnica, SpaceX ha dovuto affrontare diversi fallimenti nel 2025. I voli 7, 8 e 9 si sono conclusi con la distruzione dello stadio superiore Ship. Nei primi due casi, il veicolo è esploso meno di dieci minuti dopo il decollo. Nel terzo, si è disintegrato durante il rientro atmosferico. A giugno, un’altra Ship destinata al volo 10 è esplosa durante i test a terra.
Ma la compagnia ha reagito rapidamente ed il Flight 10 del 26 agosto è stato un successo totale. Super Heavy è ammarato nel Golfo del Messico dopo 6,5 minuti, mentre Ship ha completato la missione con un atterraggio nell’Oceano Indiano dopo un’ora. In orbita, ha anche riacceso uno dei suoi motori Raptor, un test cruciale per future missioni lunari e marziane, e ha rilasciato otto falsi satelliti Starlink per simulare il rilascio del carico utile.
Flight 11, perfezionamento e innovazione
Il Flight 11 ha replicato con successo gli obiettivi del test precedente, portando Super Heavy a un ammaraggio nel Golfo e Ship a un rientro controllato vicino all’Australia occidentale, dopo una nuova accensione in orbita e il rilascio di otto ulteriori falsi Starlink. SpaceX ha introdotto alcune modifiche tecniche.
In particolare, per Super Heavy è stato adottato un nuovo schema di accensione: “Super Heavy accenderà 13 motori all’inizio della fase di atterraggio e poi passerà a una nuova configurazione con cinque motori durante la fase di deviazione,” ha spiegato SpaceX nella descrizione della missione. “In precedenza utilizzavamo tre motori, ma la V3 userà cinque per aggiungere ridondanza in caso di spegnimenti imprevisti.”
Il Flight 11 ha segnato anche la seconda riutilizzazione di un Super Heavy, lo stesso booster che aveva volato in Flight 8, recuperato con successo dai bracci chopsticks. Prima del nuovo lancio, SpaceX ha sostituito solo nove dei 33 motori, mantenendone 24 già testati in volo.
Per raccogliere ulteriori dati, la Ship è stata modificata. Sono state rimosse alcune piastrelle dello scudo termico per testare aree considerate vulnerabili. Inoltre,
“per imitare la traiettoria che un veicolo seguirà nei futuri rientri a Starbase, la fase finale del volo includeva una manovra dinamica di banking e la verifica degli algoritmi di guida subsonica,” ha aggiunto l’azienda.
Un addio spettacolare per Starship V2
Il lancio è avvenuto alle 23:23 GMT, ultimo decollo dalla prima rampa orbitale di Starbase, che sarà ora completamente rinnovata per accogliere la versione V3.
Come ha dichiarato Jake Berkowitz, ingegnere capo della propulsione: “Tra le tante modifiche, installeremo una nuova piattaforma di lancio orbitale, un nuovo sistema di deflusso dei gas e aggiorneremo i bracci chopsticks per i futuri recuperi”.

Dopo la separazione dei due stadi, Super Heavy ha ammarato con precisione nel Golfo del Messico, mentre Ship ha rilasciato i suoi carichi a 192 chilometri di altitudine e ha completato una perfetta riaccensione in orbita. Il rientro nell’atmosfera è stato impeccabile, con un atterraggio nell’Oceano Indiano a poco più di 66 minuti dal decollo, ripreso da una telecamera montata su una boa.
“Congratulazioni a tutto il team SpaceX. È stato incredibile!” ha esclamato Berkowitz. Al termine della diretta, ha aggiunto: “Avevamo promesso il massimo dell’emozione, e Starship ha mantenuto la promessa!”. Con questo volo, Starship Flight 11 chiude il capitolo della versione V2 con un successo pieno, aprendo ufficialmente la strada ai colossi V3 e V4. Una nuova generazione pronta a trasformare definitivamente l’esplorazione spaziale.
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