La navicella della SpaceX Crew Dragon a permesso agli astronauti della missione Polaris Dawn la prima passeggiata spaziale privata

SpaceX Polaris Dawn, la storica passeggiata spaziale privata

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L’equipaggio privato Polaris Dawn della SpaceX ha effettuato la prima passeggiata spaziale commerciale al mondo. I quattro astronauti volando ad alta quota sopra la Terra, giovedì 12 settembre, durante il terzo giorno di un viaggio di cinque giorni in orbita terrestre. “SpaceX, a casa abbiamo molto lavoro da fare, ma da qui sembra un mondo perfetto”, ha affermato Jared Isaacman, il comandante della Polaris Dawn mentre osservava il nostro pianeta, in piedi fuori dal portello della Dragon.

Il record di distanza dalla terra

SpaceX ha lanciato in orbita i quattro astronauti, Isaacman, il pilota Scott Kidd Poteet e gli specialisti di missione Sarah Gillis e Anna Menon martedì 10 settembre a bordo di un razzo Falcon 9. Decollato dallo storico Launch Complex-39A del Kennedy Space Center della NASA, la stessa rampa di lancio che ha ospitato l’Apollo 11

Quindici ore dopo, l’equipaggio ha scritto la storia spaziale. L’equipaggio SpaceX della Polaris Dawn ha raggiunto l’altitudine di 1.400,7 chilometri. Il punto più alto di qualsiasi altra missione con equipaggio sin dal programma Apollo. Un’altra missione della NASA, Gemini 11, deteneva il precedente record di altitudine per un veicolo spaziale con equipaggio nell’orbita terrestre a 1.373 km.

Ma Polaris Dawn non si è fermata qui.  Dopo aver raggiunto l’altitudine record, la navicella spaziale Crew Dragon Resilience è scesa a 737 km. Una volta lì, Resilience è stata depressurizzata e Isaacman e Sarah Gillis sono usciti nel vuoto uno alla volta. Isaacman che è uscito verso le 10:48 GMT e Gillis che lo ha seguito alle 11:04 GMT.

La passeggiata spaziale

La passeggiata spaziale è iniziata alle 10:12 GMT e si prevedeva che sarebbe durata circa due ore. Durante la passeggiata spaziale, sia Isaacman che Gillis hanno eseguito una serie di controlli di mobilità della tuta spaziale, mentre SpaceX catturava splendide immagini in diretta dei due astronauti in piedi, con la maggior parte dei loro corpi fuori dalla navicella spaziale.

Il portello del Dragon è stato chiuso alle 11:14 GMT circa, mentre SpaceX iniziava a ripressurizzare la navicella. Secondo l’azienda, l’intera passeggiata spaziale è durata un’ora e 46 minuti. “Sentite l’odore?”, ha detto Isaacman dopo che il portello è stato chiuso e la capsula ha iniziato il suo processo di ripressurizzazione. “Bel lavoro, grazie a SpaceX che lo ha reso possibile”. La passeggiata spaziale (EVA) è stata resa possibile grazie a diversi componenti hardware specializzati sviluppati per Polaris Dawn.

L’equipaggio indossava le nuove tute EVA progettate da SpaceX, realizzate per essere leggere e flessibili. Al tempo stesso offrire protezione contro l’ambiente duro e spietato dell’orbita terrestre. Un ingegnere di tute spaziali SpaceX le ha descritte come “un’armatura fatta di tessuto”. Uno degli obiettivi principali di Polaris Dawn era testare le tute, che SpaceX intende utilizzare in una varietà di missioni future sia nell’orbita terrestre che più lontano nello spazio.

Le modifiche alla navicella CrewDragon

Polaris Dawn presenta anche una navicella spaziale SpaceX Crew Dragon pesantemente modificata. L’equipaggio è stato in grado di uscire dalla capsula Resilience per effettuare la passeggiata spaziale grazie a un portello specializzato progettato appositamente per la missione, noto come Skywalker, che ha sostituito il tipico portello di attracco ISS di Dragon. 

Il portello dello Skywalker è dotato di una scaletta e di appigli e punti di appoggio a cui gli astronauti della Polaris Dawn possono aggrapparsi durante le manovre all’esterno della capsula Dragon. Polaris Dawn sta anche testando un nuovo sistema di comunicazione che utilizza laser per collegarsi ai satelliti Starlink di SpaceX. Il sistema “ha l’opportunità di aprire un percorso di comunicazione completamente nuovo, non solo per Dragon, ma per […] Starship o altri satelliti o telescopi là fuori”, ha affermato Isaacman in una conferenza stampa il 19 agosto.

Un immagine dello Skywalker sulla navicella Crew Dragon della SpaceX. Credit: SpaceX

Oltre a testare il nuovo hardware e le tute spaziali di SpaceX, i quattro astronauti della Polaris Dawn hanno condotto 36 diversi esperimenti scientifici forniti da 31 istituzioni separate. Questi esperimenti saranno condotti durante tutta la missione ed alcuni forniranno dati al programma di ricerca umana della NASA. Come i test delle tute spaziali, questi esperimenti mirano ad aiutare a spingere l’esplorazione umana del cosmo verso il futuro. “Ogni missione, che l’equipaggio sia composto da astronauti commerciali o della NASA, offre un’opportunità fondamentale per ampliare le nostre conoscenze su come i voli spaziali influenzino la salute umana”,  ha affermato (rif.) Jancy McPhee, capo scienziato associato per la ricerca umana alla NASA. “Le informazioni raccolte da Polaris Dawn ci forniranno spunti critici per aiutare la NASA a pianificare viaggi spaziali più profondi sulla Luna e su Marte.

Gli esperimenti a bordo

Gli esperimenti spaziano dal collaudo di dispositivi indossabili che raccolgono dati biometrici, ai tentativi di mitigare la cinetosi. Dai test sulla salute degli occhi in microgravità allo studio della fascia di radiazioni di Van Allen, offrendo l’opportunità di comprendere meglio come queste radiazioni influenzino il corpo umano. Polaris Dawn è la seconda missione privata di SpaceX finanziata da Isaacman.

La prima, Inspiration4 è stata lanciata a settembre 2021 ed è stata la prima missione orbitale con equipaggio a non avere astronauti professionisti. Anche quella missione ha volato su Resilience. Sia Inspiration4 che Polaris Dawn hanno raccolto fondi per lo St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, Tennessee. Inspiration 4 ha raccolto un totale di 250 milioni di dollari per lo St. Jude. 

Polaris Dawn dovrebbe tornare sulla Terra il sesto giorno, ammarando con i paracadute in una delle diverse potenziali zone di atterraggio oceaniche al largo della costa della Florida. Una nave di recupero recupererà poi la navicella spaziale Resilience e l’equipaggio, concludendo una delle missioni spaziali umane più ambiziose degli ultimi decenni.

Stefano Gallotta

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