Grazie alla prima immagine del James Webb Space Telescope, postata il 13 Luglio scorso, i ricercatori sono stati in grado, per la prima volta, di esaminare la formazione delle stelle all’interno delle galassie. In un articolo pubblicato negli avvisi mensili della Royal Astronomical Society (rif.), i ricercatori dell’Università di Stoccolma hanno concentrato la loro attenzione sulle prima fase della formazione stellare nelle galassie lontane.
La porzione di cielo presa in considerazione era stata già precedentemente osservata da altri telescopi, come Hubble e Chandra, nell’ambito del progetto Southern Massive Cluster Survey (SMACS). La porzione chiamata SMACS0723 è un ammasso di galassie situato ad una distanza di 5,12 Miliardi di anni luce dalla Terra all’interno della costellazione australe del Pesce Volante.
L’effetto lente d’ingrandimento
“Gli ammassi di galassie che abbiamo esaminato sono così massicci da piegare i raggi di luce che passano attraverso il loro centro, come previsto da Einstein. Questo fenomeno produce una sorta di effetto lente d’ingrandimento e le immagini delle galassie sullo sfondo appaino ingrandite”, spiega Adélaïde Claeyssens, uno degli autori principali dello studio.
L’effetto lente d’ingrandimento, insieme alla notevole risoluzione di James Webb, permettono ai ricercatori di osservare ammassi stellari, nelle strutture di galassie molto compatte e lontane. Queste osservazioni ci permettono di aumentare il nostro grado di conoscenza tra la formazione stellare e l’evoluzione delle galassie. Il tutto proprio mentre accadeva miliardi di anni fa cioè a pochi milioni di anni dal Big Bang.
“Le immagini ed il potere risolutivo del James Webb Space Telescope mostrano che ora possiamo rilevare strutture molto piccole all’interno di galassie molto distanti e la formazione delle stelle. Il telescopio è un punto di svolta per l’intero campo della ricerca e aiuta capire come si formano e si evolvono le galassie”, afferma Angela Adamo, coautrice dello studio. La galassia più antica studiata nel documento è così lontana che la osserviamo come si presentava 13 miliardi di anni fa, quando l’universo aveva solo 680 milioni di anni.
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