Nell’ultimo anno, il rover Curiosity Mars della NASA ha viaggiato in una zona di transizione geologica inviando nuove affascianti immagini di Marte. Da una regione ricca di argilla ad una piena di un minerale salato chiamato solfato. Il team scientifico ha preso di mira queste due regioni, per le prove che ciascuna può offrire sul passato acquoso di Marte. Ma anche la zona di transizione, si sta rivelando scientificamente affascinante. In effetti, quest’ultima potrebbe aver registrato il cambiamento climatico del pianeta avvenuto miliardi di anni fa. La ricerca in tal senso è appena cominciata così come la comprensione dell’evento.
I minerali argillosi, si sono formati quando laghi e torrenti una volta si increspavano attraverso il cratere Gale. La base del Monte Sharp, alto 5 km, è proprio formata dal deposito di sedimenti, zona investigata da Curiosity dal 2014. Le osservazioni del rover, mostrano che i corsi d’acqua si sono prosciugati in rivoli e dune di sabbia hanno ricoperto poi i sedimenti lacustri.
Le prove di un clima secco
“Non vediamo più i depositi lacustri che abbiamo visto per anni più in basso sul Monte Sharp”, ha affermato Ashwin Vasavada, scienziato del progetto Curiosity presso il JPL della NASA. “Le immagini di Marte scattate da Curiosity, mostrano molte prove di climi più secchi, come le dune secche che occasionalmente erano circondate da ruscelli. Questo è un grande cambiamento rispetto ai laghi che esistevano forse per milioni di anni prima”. Man mano che il rover sale più in alto, attraverso la zona di transizione, rileva meno argilla e più solfato. Il rover traforerà presto l’ultimo campione di roccia che prenderà in questa zona, fornendo uno sguardo più dettagliato sulla mutevole composizione minerale.
In questa zona spiccano anche caratteristiche geologiche uniche. Le colline probabilmente iniziarono in un ambiente asciutto di grandi dune di sabbia battute dal vento, che nel tempo si indurivano fino a diventare roccia. Fra i resti di queste dune si alternano altri sedimenti trasportati dall’acqua, forse depositati in stagni o piccoli ruscelli che un tempo si intrecciavano tra le dune. Questi sedimenti ora appaiono come pile di strati traballanti resistenti all’erosione. A rendere la storia più ricca e ancora più complicata è la consapevolezza che ci sono stati più periodi in cui le acque sotterranee sono defluite nel tempo, lasciando un miscuglio di pezzi di un puzzle che gli scienziati di stanno iniziando ad assemblare in una sequenza temporale accurata.
10 Anni di Curiosity
Il 5 Agosto 2022, Curiosity celebrerà il suo decimo anno su Marte. Mentre il rover mostra la sua età dopo un intero decennio di esplorazioni, nulla gli ha impedito di continuare la sua ascesa sulle pendici del Monte Sharp. Il 7 giugno 2022 però è entrato in modalità provvisoria. Il problema che ha fermato Curiosity è stata una lettura di un valore anomalo della temperatura su una scatola di controllo all’interno del corpo. Il rover è entrato automaticamente in modalità provvisoria, spegnendo quasi tutte le funzioni, tranne quelle essenziali che hanno permesso agli ingegneri di valutare la situazione.
Sebbene Curiosity sia uscito dallo standby e sia tornato alle normali operazioni due giorni dopo, gli ingegneri del JPL stanno ancora analizzando la causa esatta del problema. Si sospetta che la modalità provvisoria sia stata attivata dopo che un sensore di temperatura ha fornito una misurazione imprecisa. Non vi è alcun segno che questo problema influirà le operazioni del rover. Anche perchè i sensori di temperatura di backup, possono garantire che l’elettronica all’interno del corpo del rover non si surriscaldi troppo.
Nonostante l’elevata resistenza costruttiva dei rover inviati sul pianeta, l’ambiente marziano mette a dura prova tutte le componenti. Anche le ruote in alluminio mostrano evidenti segni di usura. Il 4 giugno, il team di ingegneri ha ordinato a Curiosity di scattare foto delle sue ruote per controllarne lo stato. Il team ha scoperto che la ruota centrale sinistra aveva danneggiato una delle sue costole. Questa particolare ruota aveva già quattro costole rotte, quindi ora 5 delle sue 19 costole sono rotte.
“Abbiamo dimostrato attraverso test a terra che possiamo guidare in sicurezza sui cerchioni, se necessario”, ha affermato Megan Lin, project manager di Curiosity presso JPL. “Se mai avessimo raggiunto il punto in cui una singola ruota avesse rotto la maggior parte delle sue costole, potremmo fare una pausa controllata per far cadere i pezzi rimasti” ha aggiunto. Fortunatamente sembra assai improbabile che sia necessario intraprendere un’azione del genere. Le ruote, nonostante la forte usura, reggono bene e forniranno la trazione necessaria per continuare l’esplorazione e la risalita del Monte Sharp. Una buona notizia, questo ci permetterà di godere di tante altre immagini di Marte, scattate da Curiosity, nei prossimi anni
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