La Nebulosa Rosetta sboccia nello spazio profondo, immortalata in questa meravigliosa immagine scattata dalla Dark Energy Camera ad alta risoluzione. L’immagine illustra come le stelle calde e luminose nel cuore di Rosetta stiano energizzando il gas molecolare che le circonda. Questa nebulosa è una vista gradita per gli astrofotografi mentre si eleva nel cielo invernale dell’emisfero settentrionale nella costellazione dell’Unicorno. Appena a sud-est di Orione è racchiusa nel Triangolo Invernale formato dalle stelle Sirio, Procione e Betelgeuse.
Situata a circa 5.000 anni luce dalla Terra, la Nebulosa Rosetta è effimera se osservata attraverso l’oculare del telescopio, un anello spettrale al limite della rilevabilità a causa della sua bassa luminosità superficiale. Tuttavia, è ben visibile in tutto il suo splendore quando viene ripresa in lunghe esposizioni. L’immagine di copertina è stata catturata dalla Dark Energy Camera (DECam) montata sul telescopio Victor M. Blanco da quattro metri presso l’Osservatorio Interamericano di Cerro Tololo in Cile. La risoluzione da 500 megapixel della DECam mostra tutte le sfumature di colore di Rosetta. Il motivo del suo nome è ovvio. A differenza di molti oggetti del cielo profondo, la Nebulosa Rosetta in realtà assomiglia a ciò per cui è stata chiamata, grazie ad un’enorme corona di gas e polvere, larga 130 anni luce.
I colori caratteristici
La nebulosa Rosetta è una regione di formazione stellare. Al suo centro c’è un ammasso stellare, NGC 2244, che contiene diverse stelle giovani, calde, blu e massicce. A differenza della nebulosa circostante, l’ammasso stellare è visibile agli astronomi amatoriali tramite binocoli o anche a occhio nudo da un sito buio. I venti stellari che provengono da quell’ammasso stellare stanno ionizzando il gas ripulendo il buco al centro della nebulosa.
La radiazione energizza il gas, facendo sì che diversi gas brillino, o emettano, a lunghezze d’onda caratteristiche, motivo per cui una tale nebulosa è chiamata nebulosa a emissione. I filtri utilizzati in questa immagine catturano l’emissione di idrogeno (rosso), ossigeno vicino alla cavità centrale della nebulosa (giallo dorato) e silicio ionizzato vicino al bordo della nebulosa (rosa). Ci sono, naturalmente, altri gas all’interno di questa nube molecolare che questa in questo caso non sono stati rilevati.
Le regioni scure fibrose sono nubi di polvere impenetrabile, probabilmente avvolte attorno a stelle nascenti. A volte vengono chiamate proboscide di elefante per via del loro aspetto lungo e cadente. Una delle proboscidi, soprannominata proboscide a chiave inglese, sembra muoversi a spirale mentre avvolge intorno alle linee del campo magnetico intrecciate all’interno della nebulosa. Oltre ad i gas ci sono molti globuli di Bok, grumi compatti di polvere fredda che potrebbero avvolgere singoli sistemi stellari ancora in via di formazione. Centinaia di questi sono sparsi attorno alla nebulosa di Rosetta, molti abbastanza piccoli da formare
nane brune, tentativi falliti di formazione stellare prive di una massa necessaria per diventare una stella completamente sviluppata che consuma l’idrogeno .
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